Giungiamo così all’epilogo di una lunga attività (qui) condotta negli ultimi mesi ed iniziata nel settembre 2016, dapprima con il commissariato di Sarzana e coordinata dalla procura della Repubblica della Spezia e poi presa in carico dalla direzione distrettuale antimafia di Genova.
L’operazione era iniziata del dicembre dello scorso anno e, grazie ad intercettazioni e pedinamenti, era stato possibile ricostruire l’assetto di quella che si era rivelata essere una vera e propria organizzazione criminosa. Tre arresti erano stati eseguiti alla Spezia, mentre un quarto uomo era stato fermato a Modena, dopo un viaggio verso l’Olanda che aveva permesso l’acquisto ad un prezzo conveniente di 5kg di cocaina purissima.
La squadra mobile della Spezia aveva ricostruito l’intero quadro: dalle auto manomesse con un complicato sistema di doppifondi per nascondere la cocaina, all’appartamento, affittato da uno dei membri italiani della banda grazie alla sua dimestichezza nel campo delle agenzie immobiliari (ne aveva una in Toscana) utilizzato come laboratorio per la preparazione dello stupefacente.
L’aggravante è stata riconosciuta proprio perché la banda, composta da marocchini e italiani, trasportando la cocaina da Rotterdam, utilizzava le automobili ormai famose (qui) manomesse grazie alla complicità di un connazionale del capobanda che lavorava in Germania e portate in Italia utilizzando all’attività di autonoleggio di quello che è stato definito il “procuratore”, anche lui tra gli arrestati di febbraio.
Nella foto:involucro di uno dei panetti di cocaina sequestrati, che riporta il marchio di un particolare tipo di cocaina, proveniente dalla Colombia