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Nuove povertà: Fondazione Carispezia aumenta gli interventi sul territorio In evidenza

di Gianluca Solinas – Fondazione Carispezia e Caritas Diocesana hanno presentato stamattina alla stampa le nuove iniziative messe in campo per il contrasto alla povertà.


Il Presidente di Fondazione Carispezia Matteo Melley e il rappresentante della Caritas Diocesana Don Luca Palei, hanno presentato stamattina in conferenza stampa le nuove iniziative volte a contrastare le nuove forme di povertà sul territorio spezzino. Quantificando in termini economici si parla di 1 milione di euro di interventi a favore di chi è in difficoltà.


I dati forniti recentemente dall’Istat, che vedono più di 4milioni e mezzo di persone, 1milione e mezzo di famiglie, che possono essere considerate al di sotto della soglia di povertà in Italia, tengono conto anche delle nuove forme di povertà, quelle relative alla perdita di indipendenza economica delle famiglie monoreddito ad esempio, che si vanno a sommare a chi è in difficoltà a causa della mancanza di lavoro o più semplicemente perché è venuto a mancare l’apporto economico (spesso fondamentale) del genitore pensionato.


Anche i pensionati al minimo come i giovani senza lavoro o le coppie, presentano oggi difficoltà nuove, che solo pochi anni fa sembravano lontane dalla realtà quotidiana ed invece oggi divengono di stretta attualità.
In tutto questo si inserisce l’intervento delle fondazioni bancarie che da parecchio tempo tendono a favorire la collaborazione sempre più stretta e fattiva con i Servizi Sociali, la Caritas e il terzo settore.


Oltre 1 milione di euro stanziati per il contrasto alle forme di povertà, questo l’impegno economico garantito dalla Fondazione spezzina che, alla lotta per l’emergenza alimentare, abitativa e finanziaria, affianca la partecipazione al Fondo per il Contrasto delle Povertà Educativa Minorile, in sinergia con Governo e Terzo Settore, volto a garantire servizi di cura ed educazione dei minori.


Fondazione Carispezia, in linea con le sperimentazioni nuove ad efficaci messe in campo a contrasto del disagio, ha promosso la realizzazione di una pagina web che, attraverso una semplice interfaccia, si propone di mettere in rete i diversi servizi rendendo più facile e veloce l’accesso anche alle semplici informazioni riguardanti i beneficiari e le procedure.


www.unaiutoper.it è la porta di accesso a questo mondo e ciò renderà più semplice e facile la comprensione a quanti desiderano avere informazioni sulle iniziative, sui punti e gli sportelli di ascolto, i contatti e una serie di testimonianze video relative a coloro che hanno già beneficiato di questi servizi.


L’Emergenza Alimentare (Emporio delle Solidarietà), l’Emergenza Abitativa e Finanziaria (Progetto Microcredito e Sostegno Straordinario Una Tantum), Fondo per il Contrasto della Povertà Educativa Minorile, sono le aree di intervento privilegiate e che, affiancate alla distribuzione di 250mila pasti annui (in netto aumento rispetto al passato (Fonte Caritas), offrono uno spaccato, anche se solo indicativo, della situazione del disagio da povertà in costante crescita anche nella nostra provincia.


Povertà che aumenta nonostante la Liguria abbia un buon tasso di ricchezza familiare, destinata a scemare con il tempo e basata soprattutto sul valore degli immobili di proprietà, una volta “cassaforte” di molte famiglie ma che oggi, vista la perdurante crisi anche nel settore edilizio ed abitativo, ha perso molto del proprio valore.


Oggi la perdita di uno stipendio o dell’aiuto fornito dalla pensione di un congiunto, determinano una situazione di difficoltà crescente e, mentre qualche decennio fa le famiglie monoreddito riuscivano a vivere dignitosamente, oggi è praticamente impossibile specialmente per le famiglie giovani con figli che si trovano spesso a d affrontare momenti di crisi davvero pesanti.


Anche la difficoltà oggettiva di cercare un aiuto si fa sentire e c’è quindi da pensare che i numeri forniti da Caritas siano effettivamente solo una parte di quella che potremmo definire un’enorme sacca di sofferenza della quale una parte rilevante resta sommersa per pudore o vergogna. Il welfare di comunità è l’idea prevalente in questi ultimi tempi, così come si fa strada l’idea di un reddito di cittadinanza, inclusione o supporto che possa favorire il limitare del disagio quando questo si presenti con forza e per periodi di tempo prolungati. Tutto ciò però necessita di un diverso criterio, di un differente approccio riguardo il termine “comunità”.


Se infatti “comunità” delinea un gruppo di persone che vivono insieme, condividendo un territorio e determinate regole, allora non si può che puntare su quella parte di senso civico che si basa sulla solidarietà per poter risolvere, in parte, ciò che lo Stato Centrale ed il welfare pubblico non riesce più a sostenere.


Per questo il lavoro delle Fondazioni, del volontariato, della Caritas, deve avere il supporto dell’intera comunità, altrimenti rischia di essere solo un palliativo mentre invece potrebbe essere la vera soluzione.


Una delle caratteristiche comuni a tutti i (molti) candidati a sindaco per le prossime Amministrative è quella di presentarsi ai cittadini proponendo forme di ascolto e partecipazione molto spinte. Benissimo, partecipare però vuol dire far passare l’idea che ognuno, per ciò che può, si impegni a favore della comunità nella quale vive.

In definitiva, come ha detto oggi il presidente Melley “Chi può contribuire con denaro lo faccia, chi non può si metta a disposizione per quelle che sono le proprie competenze”, sembra una banalità ma in definitiva è questa, in prospettiva, la vera rivoluzione.


Qui sotto il comunicato ufficiale di Fondazione Carispezia.

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