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A NAUTICSUD vincono due giovani talenti del Polo Marconi (foto) In evidenza

di Dayla Villani - Dal design di una Maserati, nasce Zefìro uno yacht altamente performante. E' questo il progetto vincitore, scelto tra i dieci finalisti in gara, al Salone Internazionale della Nautica, tenutosi a Napoli, dal 18 al 26 febbraio 2017 presso la Mostra D'oltremare.

Un'imbarcazione di rappresentanza, pensata sia per chi ama vivere il mare senza farsi mancare comfort e prestazioni, sia per chi desidera una barca "appoggio" (maxi Tender) al proprio yacht, raffinata e performante. Una perfetta combinazione tra design e ingegneria, ideata dagli unici partecipanti dell'Università della Spezia G. Marconi, Alessandra Passarello - laureata in design navale nautico con una precedente laurea in design degli interni al Politecnico di Milano - e Simone Schiano - laureato in Ingegneria Nautica, attualmente frequentante la Laurea Magistrale in Yacht Design.

DALL'UNIONE TRA CAR E YACHT DESIGN NASCE UNA "FUORISERIE DEL MARE"

IMG 8930"Io e Simone – racconta la giovane designer - abbiamo partecipato al concorso con la nostra tesi di laurea, Zefìro, un'imbarcazione altamente performante di 14 m caratterizzata da un design di derivazione prettamente automobilistica, con cui abbiamo voluto indagare il rapporto tra Car Design e Yacht Design ispirandoci al modello della Maserati Alfieri. Si tratta di una Concept Boat in alluminio, un day cruiser-weekender adatto a crociere di breve durata che può ospitare comodamente fino a 8 persone, 4 per la notte, grazie alla comoda zona living esterna ed all'ampio open space sotto coperta dotato di bagno separato con box doccia, mobile bar-cucina, dinette trasformabile e letto matrimoniale. Oltre al design, sono stati studiati argomenti tecnici quali la carena, il dimensionamento delle strutture, gli impianti, la scelta del materiale da costruzione e, non ultima, l'ergonomia. La sinergia di questi studi, ha reso Zefìro un prodotto particolarmente curato e completo".

Una completezza progettuale che ha permesso ai due ragazzi di conquistare il primo premio – una borsa di studio da 1000 euro - come miglior "Concept e Design" di un'imbarcazione con lunghezza fuori tutto inferiore ai 30 metri. Nave Zefìro, ad oggi, è solo un concept "virtuale", ma secondo la giuria presieduta dall'ing. Vincenzo Nappo "ha tutte le carte in regola per diventare una vera e propria fuoriserie del mare" e poter conquistare potenziali compratori, armatori alla ricerca di un'imbarcazione esclusiva e dalle dimensioni contenute.


I PUNTI DI FORZA DI ZEFIRO?

interni-unitaL'impatto estetico, l'armonia delle forme che risultano essere eleganti e muscolose al tempo stesso, la ricercatezza nei dettagli e l'unicità del prodotto. Potenza e sicurezza, estetica distintiva e materiali di pregio interpretano le prerogative destinate ad un'utenza "custom" ed elitaria, dipingendo Zefìro come un mezzo degno di misurarsi con i migliori yacht di alta gamma.

Una vision progettuale dalle molteplici possibilità ma che rischia di rimaner chiusa in un cassetto per i soliti "blocchi da sistema". Eppure l'Italia si presenta come eccellenza del settore nautico, con un'indiscutibile Know How e un senso dell'estetica riconosciuto in tutto il mondo, ma con evidenti ostacoli che di certo non spianano la strada a giovani promettenti in cerca di opportunità, contatti e nuove collaborazioni. Una realtà indubbiamente caratterizzata da un'ampia varietà di ambiti disciplinari e tecnologici, perfettamente in grado di offrire lavoro a differenti figure professionali, ma ancora troppo sorda a parole come dinamismo, flessibilità, nuove sfide.

"Servono nuove imbarcazioni, nuove tipologie di mercato – spiega Alessandra - ed il modo migliore per muoversi in questo senso, a mio avviso, penso sia dare più spazio ai giovani, investire in nuove figure professionali e dar loro la possibilità di credere nel proprio futuro, che al momento risulta essere particolarmente incerto soprattutto dal punto di vista economico. Il mio obiettivo consiste nel dar vita ad uno studio di Interior e Yacht design, collaborare con figure professionali di diversa provenienza allo scopo di creare progetti caratterizzati da bellezza, avanzamento tecnologico e fattibilità. Il primo tentativo in questa direzione è stato lo sviluppo di Zefìro, spero il primo di una lunga serie".

GAP TRA FORMAZIONE ACCADEMICA E REALTÀ PROFESSIONALE

"L'Italia si classifica nel mondo come il paese numero uno per produzione di imbarcazioni da diporto – racconta il giovane ingegnere Simone Schiano - ma allo stesso tempo il design navale italiano ribadisce al mondo la potenza e la bellezza del "Made in Italy". Purtroppo questa realtà tutta italiana ha poca propensione all'arricchimento - in termini di crescita - delle capacità del personale specializzato; ciò è dimostrato dalla lontananza che esiste tra il mondo universitario navale e nautico, vero e proprio incubatore di nuove menti, ed il mondo lavorativo della cantieristica che sembra faccia orecchie da mercante nei confronti dei neofiti del settore, neolaureati, costretti ad assunzioni con pseudo formule contrattuali e tirocini non retribuiti. Cosa rimane da fare a neolaureati come noi che aspirano a diventare qualcuno in tale settore? Per quanto mi riguarda aprire una piccolo studio di progettazione e inserirsi nel grande mare con progetti spettacolari, proprio come il nostro Zefìro".

Uno scenario ormai consueto in molti settori del nostro Bel Paese, frutto di un divario ancor troppo ampio tra domanda e offerta e di proposte formative che continuano ad essere costruite per un mondo che non esiste più.

E certamente l'Università della Spezia, come altre, pur offrendo importanti basi teoriche per entrare nel mondo del lavoro e un buon portfolio di tirocini e corsi professionalizzanti, talvolta rischia di mancare di quel plus valoriale proprio dell'aspetto esperienziale, fondamentale per fare il salto di qualità nel mondo del lavoro.

"Dopotutto si sa che l'esperienza si fa sul campo e le competenze si acquisiscono lavorando – conclude Alessandra Passarello - ma il problema è che le aziende cercano i cosiddetti "neolaureati esperti" e con questa logica dilagante farsi strada non è semplice. Il percorso è molto lungo, ci si trova ad avere a che fare talvolta con figure che richiedono un certo tipo di lavoro eseguito "inter nos" senza benefici né dal punto di vista economico né per il curriculum. Certo le cose potrebbero cambiare se assunti da una grande impresa, ma cambia anche il percorso di carriera. Sono scelte che non sempre si ha la possibilità di fare".

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