Ci ha messo ben 70 giorni il governo Gentiloni, evidentemente in tutt'altre faccende affaccendato, a nominare il nuovo Capo Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale. Il cambio ai vertici del Dipartimento è avvenuto soltanto il 20 febbraio, con la nomina del consigliere Alessandra Gasparri. La conseguenza è che l'erogazione dei compensi relativi a gennaio ai giovani (anche spezzini) impegnati nel Servizio Civile subirà un ritardo, che dall'Amesci (Associazione Mediterranea per la promozione e lo sviluppo del Servizio Civile) assicurano non "sarà lungo, ma solo di qualche giorno".
Era già stato il Presidente del Forum Nazionale per il Servizio Civile Enrico Maria Borrelli il 7 febbraio a sollecitare il governo, che però ha nominato i nuovi vertici competenti con un netto ritardo, che ora finirà per avere un contraccolpo – seppur piccolo – anche sulle buste paga dei giovani spezzini: "Rileviamo con amarezza e con preoccupazione che non sono state ancora assegnate le deleghe governative ai giovani e al servizio civile – faceva notare Borrelli al governo tre settimane fa - Non possiamo non stigmatizzare tale ritardo come un segnale di scarsa attenzione ai giovani e all'intero mondo del servizio civile".
"Il grave ritardo nell'attribuzione della delega – continuava Borrelli - sta scaricando i suoi effetti sulla stessa sopravvivenza del servizio civile a cui sovrintende il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, ad oggi privo di Capo Dipartimento e, dunque, della capacità di agire anche per l'ordinaria amministrazione. Ci chiediamo cosa accadrà se non verranno disposti i pagamenti del mese di gennaio dei circa 36.000 volontari in servizio, chi provvederà al rinnovo della loro assicurazione, ormai scaduta, chi firmerà i subentri di centinaia di giovani che altrimenti perderanno questa occasione, chi darà corso alla sperimentazione dei Corpi Civile di Pace".
Una situazione di incertezza insostenibile per migliaia di giovani ("una cosa che non è mai successa", dicono dal Forum Nazionale Servizio Civile) il classico caso in cui anche la minima negligenza nelle politiche di governo – nello specifico il ritardo tutto italiano nelle nomine dopo un cambio di esecutivo – ha un effetto concreto sulla vita di tutti i giorni di migliaia di (giovani) italiani.
In ogni caso pare che i giovani spezzini possano tranquillizzarsi: in queste ore si stanno completando gli adempimenti burocratici per l'attivazione del potere di spesa al nuovo Capo Dipartimento e, immediatamente dopo, saranno disposti i pagamenti per i volontari.
Giusto per la cronaca, anche il decreto di riforma del servizio civile (trasformato nel cosiddetto "servizio civile universale", cioè aperto anche ai giovani stranieri regolarmente residenti in Italia e con la possibilità di svolgere tre mesi di volontariato in un paese dell'Unione Europea) è stato approvato dal Consiglio dei Ministri con un deciso ritardo soltanto il 10 febbraio, dopo che già a dicembre aveva ottenuto i necessari pareri del Parlamento e della conferenza delle regioni. Con la logica conseguenza che, anche in questo caso, sono slittati l'organizzazione e l'avvio del nuovo servizio civile universale, rinviando l'opportunità per decine di migliaia di ragazze e ragazzi di parteciparvi.
Più che servizio civile nazionale quindi – nel Paese degli eterni ritardatari – il disservizio civile nazionale.