A dicembre la Polizia di Stato ferma un'automobile ed arresta tre persone: nell'auto, ben occultati grazie ad un complesso sistema di doppifondi, vengono ritrovati 4 kg di cocaina e vengono arrestate tre persone. Risulta chiaro fin da subito che la questione non è risolta e che, con ogni probabilità, questa è solo la punta dell'iceberg: droga arrivata in provincia grazie ad un ben più largo e complesso giro di stupefacenti, probabilmente dalla Spagna o dall'Olanda, visti i grandi porti commerciali.
Così i poliziotti della Squadra Mobile della Spezia, insieme ai colleghi del commisariato di Sarzana, decidono di analizzare il traffico telefonico dei soggetti arrestati, notando da subito un intenso scambio di contatti con una persona non ancora identificata. Si scopre che si tratta del fratello, un marocchino, A.B.A. del 1982; si decide di concentrare le indagini su di lui.
Pedinamenti, lavoro di indagine sia sul campo che "a tavolino" analizzando traffico telefonico e dati del GPS dell'auto, hanno portato nelle ultime 36 ore ad una svolta, fino alla brillante conclusione, ieri, dell'operazione.
A bordo della sua Citroen C4, il marocchino ha intrapreso un lungo viaggio fino al porto di Rotterdam (Olanda), sempre sotto lo sguardo attento della Polizia di Stato che si è avvalsa della tecnologia della rete autostradale e dei numerosi uffici di polizia dislocati dalla Spezia alla frontiera.
Ieri il rientro verso La Spezia, preceduto da una seconda automobile che è subito balzata agli occhi dei poliziotti: usciti tutti dall'autostrada a Modena, un altro uomo, marocchino del 1971, è stato fatto scendere dall'auto e lasciato lì, poi fermato dalla Polizia di Stato di Modena, identificato e controllato, sicuramente implicato in questo giro di cocaina.
Fermate le due Citroen e subito perquisite, non è inizialmente emerso nulla, fino ad un controllo molto più approfondito, che ha fatto emergere un intricato sistema di doppifondi e vani nascosti. In totale sono stati sequestrati circa 7 kg di cocaina purissima, messa sottovuoto con polvere di caffè e cosparsa di sapone, per eludere il lavoro dell'unità cinofila.
La perquisizione è stata poi estesa all'abitazione del marocchino, dove sono stati trovati vari cellulari, un Rolex e almeno 15mila euro in contanti.
Tutta la cocaina era nella Citroen riportata in provincia da due italiani, residenti a Massa e Carrara, che probabilmente lavoravano con o per conto del marocchino che, pur avendo anche lui la Citroen manomessa con lo stesso scopo, non aveva con sè cocaina.
Infine, sempre nella zona tra Castelnuovo e Sarzana, è stata trovata l'enesima automobile, sempre Citroen, con targa straniera e sistema di doppifondi, dove è stato trovato 1 kg di cocaina.
Le indagini ora si stanno sviluppando anche per capire chi abbia fornito le competenze necessarie per manomettere così magistralmente le automobili (tutte Citroen, tanto che si parla di "banda delle Citroen").