Nel nostro orticello alla fine le dinamiche sembrano ripetute: le conquiste tanto sudate spesso sfociano in una gestione "democratica" incosciente e disinformata. I fattori sono molteplici, da quelli culturali ed educativi a quelli economici e politici. Ma dagli errori è possibile che nasca qualcosa di buono?
La storia ci insegna di si. Ora, la fotografia che si sta delineando è questa: il nascere di una nuova povertà, quella povertà che oramai può coinvolgere ognuno di noi. Anziani che dopo una vita passata a lavorare ricevono una pensione minima che conduce agli stenti e costringe a privarsi anche delle piccole cose; disoccupati vittime di un mercato economico stagnante, o perché sono troppo giovani, ritrovandosi troppo spesso incastrati nel ruolo di "stagista per sempre", o perché sono troppo datati da potersi reimpiegare in un qualche modo; padri divorziati che non si possono più permettere di avere una vita per pagare le spese di mantenimento e così via. Una lista che si alimenta ogni giorno di storie diverse che il più delle volte non ricevono alcuna risposta. O almeno, una risposta a livello politico – istituzionale. Man mano che la nostra inchiesta va avanti però, si inizia a capire che il lato buono c'è e che il nostro paese è dotato di un forte vantaggio: una solida rete di associazioni che agisce a livello locale e che ogni giorno lavora per chi una possibilità sembra non averla più. I settori sono i più disparati come abbiamo visto, dall'assistenza per i beni di prima necessità a quella sanitaria, psicologica, legale.
Come abbiamo visto, alla Spezia sono numerose le associazioni che lavorano per offrire servizi a chi ne ha più bisogno. Pubblica Assistenza e San Vincenzo sono tra queste e, di entrambe, abbiamo parlato con Inaco Bianchi, che sia nell'una che nell'altra riveste ruoli di primo piano.
Di quali servizi si occupa Pubblica Assistenza?
"Abbiamo all'attivo parecchi servizi come la raccolta del pane che viene effettuata tutte le sere tra le 22 e le 23: alcuni volontari vanno alla Coop del centro commerciale Le Terrazze, raccolgono il pane avanzato e la mattina dopo effettuano la distribuzione all'oratorio di Mazzetta, alla parrocchia San Pietro Apostolo e, due giorni alla settimana a Sarzana. Chiunque può rivolgersi a noi. In collaborazione con Buon Mercato, invece, ogni giorno ci occupiamo della distribuzione di frutta e verdura al mercato cittadino. Alle 13 raccogliamo i prodotti avanzati e dalle 14 chiunque può venire da noi e chiedere la merce.
Oltre a questo, un altro servizio che organizziamo come pubblica assistenza, è il dopo scuola. Alcuni ragazzi, studenti del Liceo Costa, volontari, si mettono a disposizione per aiutare i bambini nei compiti e tutto il servizio è coordinato da insegnanti, anche loro volontari. Abbiamo visto che è un servizio molto richiesto, per questo speriamo di poterlo attivare anche in zone della città. Le famiglie che si rivolgono a noi sono per lo più di bambini che hanno difficoltà con la lingua, ma anche bambini italiani".
Come San Vincenzo invece?
"Qui in città, all'oratorio don Bosco, abbiamo recentemente attivato il servizio delle Colazioni con il Sorriso, un servizio molto gradito e particolare. Ci occupiamo di servire la colazione agli ospiti dei dormitori cittadini, ma nulla vieta che anche altri si rivolgano a noi. Non è una semplice mensa, perché il luogo e la presenza dei volontari, permette il crearsi di un clima sereno e casalingo. Siamo molto contenti; a breve festeggeremo un anno dall'apertura e possiamo già fare un primo bilancio: il 30 % stranieri contro un 70% di italiani; in 220 giorni abbiamo servito 3300 colazioni, con 450 litri di caffè e 420 litri di latte preparati; 440 dolci e 3600 bicchieri. Le 660 ore di volontariato per ciascuno volontario per noi sono motivo di grande orgoglio. Altro servizio è la lavanderia o il servizio docce, sempre gestito da noi per i senza tetto".
Che idea vi siete fatti sullo status di povertà alla Spezia?
"Possiamo confermare quello già avete dimostrato con le altre parti della vostra inchiesta: stanno aumentando gli italiani che vivono in condizioni di disagio, perché oggi anche chi ha una casa, o un'entrata fissa come può essere la pensione, è facile che si trovi in condizioni di disagio e questo emerge chiaramente da quello che vediamo tutti i giorni. Aumentano le persone in difficoltà, magari non tanto da dover vivere per strada, ma che sicuramente rinuncia alle spese come mandare i figli a seguire lezioni private".
Come vi rapportate con le altre associazioni?
"Direi bene, anche grazie al Tavolo delle Povertà, abbiamo la possibilità di dialogare con le altre associazioni e creare progetti condivisi. Parlando invece di un aspetto negativo, credo a volte manchi un po' di informazione: sarebbe molto utile avere sempre presente quanti e quali servizi sono attivi sul territorio, per poter meglio indirizzare le persone che si rivolgono a noi".
Con le istituzioni invece?
"Non possiamo lamentarci. Dal comune abbiamo sempre avuto supporto, anche solo a livello logistico, perché ovviamente conosciamo tutti le difficoltà per reperire fondi. Siamo convinti però che a volti basti solo questo: avere supporto per usufruire di spazi pubblici per gli eventi di sponsorizzazione o raccolta fondi che organizziamo, come nel caso della manifestazione che stiamo organizzando per giugno, con la collaborazione della società Nippo Fantini e Polizia di Stato".
Qui gli altri articoli della nostra inchiesta:
Povertà, quella davanti ai nostri occhi
Inchiesta Povertà: parliamo di acqua, da diritto a bisogno
Chiusura contatori acqua? Acam risponde: "stretta sui furbetti, non sugli indigenti"
Bolletta Acqua? Ato idrico: "aperte le richieste per chi è in difficoltà"
Nuove povertà emergenti? Auser ci parla degli anziani
Quando la giustizia non c'è, le "toghe" scendono in strada