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Chiusura contatori acqua? Acam risponde: “stretta sui furbetti, non sugli indigenti” In evidenza

Di Doris Fresco e Dayla Villani- Luca Piccioli, amministratore delegato di ACAM Acque ha risposto ad alcune domande, anche alla luce di quanto denunciato nei mesi scorsi dalla Lega Consumatori.


La nostra inchiesta sulla povertà alla Spezia ci aveva portato a domandarci se l'acqua fosse un bene comune oppure una merce, per questo avevamo raccolto l'appello di Lega Consumatori (qui), che chiedeva la sospensione dell'applicazione dell'art. 11 (sospensione della distribuzione dell'acqua per morosità) in attesa dell'utilizzo del Fondo Sociale di € 381.000, ancora a disposizione di Acam Acque per gli interventi di assistenza di natura economica a favore di persone e famiglie indigenti.
Il nostro obiettivo è poter avere un quadro il più obiettivo possibile, mettendo ordine nel calderone burocratico e salvaguardare un bene come l'acqua che, almeno oggi, dovrebbe esser primario e di diritto di tutti.

IN MERITO ALLE RICHIESTE AVANZATE DALLA LEGA CONSUMATORI, IN PARTICOLARE SUL PUNTO RIGUARDANTE L'ESISTENZA DI UN FONDO SOCIALE DI 381.000 NON UTILIZZATO, COSA RISPONDE ACAM?
"Certamente confermiamo l'esistenza di tale fondo. La volontà di sbloccarlo da parte di Acam c'è, essendo peraltro già a bilancio, ma aspettiamo di ricevere indicazioni da parte dei rappresentanti dell'ATO idrico circa il regolamento da seguire. Noi come gestore prevalente ci dobbiamo attenere alle regole e alle indicazioni dell'ATO idrico che ha avviato questo percorso, coinvolgendo anche tutte le associazioni rappresentative dei consumatori ed altre associazioni di categoria, proprio per far fronte alle difficoltà di spesa da parte di una certa fascia della popolazione. Per il momento, avendo solo come riferimento una propria deliberazione di qualche anno fa, non ci è possibile erogare o fare affidamento a questo fondo, ma vogliamo rassicurare tutti che questo fondo non verrà toccato".

DA UN LATO GARANTIRE L'ACCESSO ALL'ACQUA COME UN DIRITTO UMANO UNIVERSALE, DALL'ALTRO FAR QUADRARE I CONTI D'IMPRESA. CHE DIREZIONE SCEGLIERE?
"Soprattutto negli ultimi anni, abbiamo rilevato casi di forte abusivismo che la maggior parte delle volte vedono protagonisti imprese e attività commerciali, che nemmeno si pongono il problema del pagare la bolletta. Pertanto ci ritroviamo in una situazione in cui su circa 6000 pratiche di distacco dei contatori, la metà è dovuta a morosità ed è evidente che non si tratta di casi di indigenza. Non stacchiamo i contatori alle persone in difficoltà: ci affidiamo completamente ai servizi sociali e, insieme a loro, valutiamo caso per caso. Consapevoli del fatto che quando una pratica entra in mano ai servizi sociali non sarà fine a sé stessa, ma ci sarà un percorso concordato insieme alle persone in difficoltà. È necessario mettere in atto un'azione di controllo più severa per mettere alle strette i furbetti (qui un approfondimento) e salvaguardare tutti gli altri utenti, cercando di ristabilire una maggiore equità sociale in un momento particolarmente difficile".

LA LEGA CONSUMATORI LAMENTA DI NON AVER AVUTO DA PARTE VOSTRA UNA RISPOSTA CONCRETA E DEI DATI UTILI. COSA RISPONDETE?
"Noi ci siamo sempre resi disponibili, ma ovviamente i dati sulla morosità dei nostri clienti sono tutelati dal diritto alla privacy e le statistiche sulle famiglie che versano in condizioni gravi sono in mano ai servizi sociali che, eventualmente, si rivolgono a noi indicandoci quali persone sono morose per motivi di indigenza. Sono convinto che Lega Consumatori abbia tutto il diritto di fare domande, ma non credo che si possa dire che tutti i contatori chiusi appartenevano a persone in difficoltà e, ripeto, grazie al quotidiano lavoro con i servizi sociali possiamo garantire che a nessun indigente è mai stato chiuso il contatore".

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