L'orientamento, pertanto, può considerarsi come un'azione "globale" in grado di attivare e facilitare il processo di conoscenza del soggetto e del contesto al fine di effettuare scelte consapevoli in ambito formativo e lavorativo.
CONOSCERE, SPERIMENTARE, APPRENDERE
"Progettiamoci il futuro" vuole così rimarcare la necessità di potenziare tutti quegli strumenti che consentono agli studenti di incontrare presto il mondo del lavoro e, allo stesso tempo, evidenziare il valore del lavoro come spazio di apprendimento, in cui i giovani crescono, misurano le proprie competenze e comprendono quali siano da sviluppare, diventando più consapevoli dei propri talenti.
Il percorso biennale, nella sua prima fase sperimentale (a.s. 2016/2017) è suddiviso in 4 lotti per ciascuna provincia della regione Liguria, con 6 classi per ciascun lotto - una quinta elementare; 1°, 2°, 3° classe della scuola secondaria di primo grado; 1°, 2° classe di una scuola secondaria di secondo grado inserita all'interno di diversi contesti formativi (alla Spezia un liceo, a Genova e Imperia un triennale e a Savona un tecnico) – e attività di orientamento che varieranno dalle 35 alle 45 ore per classe. Fondamentali saranno pertanto le metodologie e gli strumenti previsti, che serviranno come "modello" per tutte le scuole che poi vorranno aderire nella seconda fase del progett, quella di consolidamento e "modernizzazione".
Sul territorio spezzino, per l'attuazione operativa delle attività sono stati coinvolti il CISITA, in RTI con ISA 5 "Anna Frank" e Liceo Classico "L.Costa".
"E' estremamente importate – ha spiegato il dirigente Cecchini del Liceo Ginnasio Statale "L.Costa" - che i ragazzi partano dalla conoscenza di se stessi, dalla motivazione personale per poter poi orientarsi ad una scelta e potersi realizzare in un futuro. In tal senso, una delle attività del progetto verte proprio sulla conoscenza del sé sin dalla scuola primaria, per poi consolidarsi tramite la consulenza individuale e l'incontro con il mondo del lavoro e il mondo esterno".
Scopo dell'orientamento sarà proprio quello di individuare nel singolo alunno - a seconda dell'età - capacità, attitudini, aspettative, difficoltà inerenti al suo futuro come persona e come studente, in vista di una scelta ragionata.
Un processo di maturazione che si realizzerà attraverso il lavoro scolastico di tutto il triennio poiché ne costituisce il filo conduttore sia in senso verticale (come sviluppo di capacità individuali dalla prima alla terza media), sia in senso orizzontale (come legame di obiettivi comuni tra i diversi percorsi disciplinari).
Ne consegue che l'orientamento si persegue con ciascun insegnamento, con strumenti capaci di far acquisire non solo le competenze professionali, ma anche skills trasversali, ovvero quelle caratteristiche personali dell'individuo sempre più richieste, soprattutto in ambito europeo, che si acquisiscono con la formula esperienziale dell'imparare – come, ad esempio, le capacità di analisi e sintesi, la flessibilità, lo spirito di iniziativa, il senso critico, l'attitudine al lavoro di gruppo ecc. Un ruolo importante viene inoltre svolto dalle famiglie degli alunni per la collaborazione che possono offrire per lo sviluppo dei ragazzi nella loro dimensione lavorativa-sociale.
"Da non sottovalutare – conclude Ilaria Cavo, Assessore alla Comunicazione, Formazione, Politiche giovanili e alla Cultura Regione Liguria - la situazione dei Neet ovvero quei giovani che non sono inseriti né un percorso scolastico o formativo né impegnati in un'attività lavorativa. In regione Liguria, i neet rappresentano il 20% nella fascia d'età tra i 15 e i 29 anni, seppur ultimamente in lieve calo (5%) - meglio rispetto a tutto il resto del Nord. Non possiamo però accontentarci e, per tal motivo, progetti come questo acquistano ancora più valore per fornire gli input giusti da cui partire. Fondamentale nel percorso formativo il coinvolgimento di aziende e testimonial del mondo del lavoro, capaci di attivare una rete territoriale che comprende sia soggetti pubblici che privati".
Temi sempre più centrali oggi, anche alla luce delle riforme della Buona scuola e del Jobs Act – che vedono sempre più interconnessi il mondo della scuola e del lavoro aprendo principalmente due questioni di fondo: da un lato, mettere al centro la formazione dei giovani fornendo i giusti strumenti; dall'altro, favorire l'occupazione - non solo a livello macro – grazie a politiche economiche in grado di garantire maggiore flessibilità nel mercato - ma anche a livello micro, per permettere una più efficace transizione dai banchi di scuola al mondo del lavoro.
