Un caso inquietante di violazione della proprietà privata viene denunciato attraverso una lettera aperta da Leyla Rapalli, residente nelle colline di Madrignano, nel comune di Calice al Cornoviglio. La vicenda riguarda ripetute intrusioni di cacciatori con mute di cani nella sua proprietà, l'ultima delle quali avvenuta nelle prime ore di questa mattina.
"Mi sono vista costretta a rendere pubblica questa situazione insostenibile", spiega la Rapalli, che ha documentato come i cacciatori, nonostante la stagione venatoria sia chiusa, continuino a introdursi nella sua proprietà scavalcando le recinzioni o creando varchi per far passare i cani. Un'attività illegale che non solo danneggia le strutture di delimitazione del terreno, ma mette anche a serio rischio l'incolumità degli abitanti e dei loro animali domestici.
Particolarmente preoccupante è la modalità di queste intrusioni: i cacciatori, armati, inseguono la presunta selvaggina fin sotto le finestre dell'abitazione, dove i cani da caccia arrivano a minacciare i gatti di proprietà. La signora Rapalli si è trovata più volte costretta a uscire in pigiama nel cuore della notte per allontanare gli intrusi, ricevendo in cambio insulti e minacce.
La situazione è resa ancora più grave dalla sistematica rimozione dei cartelli di divieto di caccia, mentre il continuo latrare dei cani e il suono dei loro campanelli creano un costante stato di allarme per i residenti. "Non dormo più serenamente", confessa la Rapalli nella sua lettera, "ogni rumore notturno è fonte di ansia e preoccupazione".
Nonostante le ripetute segnalazioni alle forze dell'ordine, il problema persiste. La pubblicazione della lettera aperta rappresenta un ultimo, disperato tentativo di richiamare l'attenzione delle autorità su una situazione che, oltre a configurare vari illeciti, sta compromettendo seriamente la qualità della vita dei residenti della zona.
LETTERA APERTA DELLA SIG.RA LEYLA RAPALLI
20/02/2025
CALICE AL CORNOVIGLIO
Al pubblico, alle autorità competenti e a tutti coloro che condividono il rispetto per i diritti e la sicurezza personale.
Scrivo queste parole con rabbia e frustrazione crescente. Ancora una volta, i cacciatori hanno violato la mia proprietà recintata, ignorando i cartelli di divieto d'accesso chiaramente visibili. Sono entrati con i loro cani, calpestando ogni principio di rispetto, mettendo a repentaglio la mia sicurezza, quella dei miei animali e della mia famiglia.
Non si tratta di un episodio isolato. I miei animali domestici - cani, gatti e altri - vivono costantemente sotto questa minaccia da parte di chi antepone il proprio "diritto di caccia" al diritto di proprietà altrui.
L'invasione della mia proprietà da parte di persone armate è un fatto gravissimo. Ricordo ancora quando, tempo fa, mi sono trovata a rincorrerli in pigiama mentre impugnavano i fucili - un'esperienza umiliante che ha visto persino l'intervento della Forestale, ignorato con arroganza dai cacciatori. Sono una donna, sì, ma soprattutto sono una cittadina che rivendica il diritto alla sicurezza e alla tranquillità nella propria abitazione.
Il fenomeno non è circoscritto alla mia proprietà. In diverse zone del nostro Paese, nei piccoli borghi della collina di Madrignano chi cerca di tutelare il proprio territorio e i propri animali si trova ad affrontare situazioni analoghe. Non è solo una questione legale, ma di rispetto reciproco. Pur non giudicando l'attività venatoria in sé, non posso accettare che vengano ignorate leggi e diritti altrui per un presunto potere senza fondamento.
Mi appello alle autorità a ogni livello - locale, regionale e nazionale - affinché intervengano con provvedimenti concreti. Coinvolgerò le forze dell'ordine e le associazioni animaliste perché questa situazione riceva la dovuta attenzione. Non intendo più tollerare passivamente il rischio per la mia incolumità e quella dei miei animali. La premeditazione è evidente, e non resterò in silenzio.
A chi persiste nell'ignorare le regole, pensando che le proprie azioni non abbiano conseguenze, lancio un messaggio chiaro: basta! Non accetterò più di sentirmi minacciata nella mia proprietà, né di assistere alla violenza mascherata da attività sportiva. L'essere cacciatori non pone nessuno al di sopra della legge.
Questa battaglia non è solo personale, ma riguarda la sicurezza e il rispetto di ogni cittadino. La mia proprietà deve restare inviolata. E farò tutto il necessario per garantirlo.
Leyla Rapalli