Vedendo telecamere e macchine fotografiche, gli operai, alacremente impegnati negli ultimi ritocchi, scherzano tra loro al grido di “Diventiamo famosi!” In realtà, confessano, i turni di lavoro sono così serrati che “diventa difficile anche solo dare un’occhiata alla televisione”. È stato chiesto loro uno sforzo supplementare, per far sì che tutto sia pronto in vista della riapertura dell’anno scolastico.
Quando lunedì mattina la campanella suonerà per tutti gli studenti della Liguria, qui a Sarzana sarà - sottolinea la sindaca Cristina Ponzanelli - un momento davvero speciale.
“Sarà un vero giorno di festa perché il percorso che ci ha portato sino a qui è stato lungo e tortuoso. Ringrazio tutti i collaudatori e le maestranze perché gli abbiamo chiesto un’autentica corsa contro il tempo. Grazie al lavoro di tutti, di una grande squadra, abbiamo centrato il risultato. Investire in una scuola per un’amministrazione è l’atto politico più bello: significa credere nel futuro”.
Lunedì mattina saranno oltre 700 gli studenti che varcheranno la soglia della nuova scuola Poggi-Carducci, la maggior parte delle classi medie ma anche della primaria a tempo pieno. Probabilmente non faranno nessuna fatica a trovare familiarità con un ambiente che odora ancora di vernice fresca e che assomiglia molto alle scuole d’avanguardia del nord Europa. Spazi ampi, colori vivaci, ambienti molto luminosi e polifunzionali. Nelle aule, che abbiamo visitato in anteprima, molte lavagne elettroniche ma anche qualcuna - rassicurante per chi come chi vi scrive ha terminato gli studi ormai da tempo - di tipo tradizionale.
“La forma è sempre sostanza - dichiara il preside della scuola Saverio Bagnariol - e avere una struttura così pregevole e moderna sarà un grande vantaggio per i ragazzi che la vivranno quotidianamente. La didattica sta andando sempre di più verso la direzione dei laboratori, e qui ne abbiamo di attrezzatissimi”.
Un’opera estremamente avanzata anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale, come hanno precisato l’architetto Teodora Buzzanca di Ire e il progettista, l’ingengner Giampaolo Pilloni. “È stata utilizzata la tecnica del re-use, cioè del riutilizzo dei materiali. Questo già a partire dalla messa in posa delle fondamenta, per le quali sono state adoperate le macerie del corpo della vecchia scuola abbattuta per lasciare spazio a quella completamente nuova che ora sorge al suo posto. L’edificio inoltre è NZEB, ovvero a quasi energia zero, di classe A4 e a bassissimo impatto ambientale”.
L’opera è completa per il oltre il 90%, mancano solo alcuni particolari nelle aree esterne del plesso, nella zona che sarà a servizio della cittadinanza e nell’area green che fungerà da barriera per la ferrovia, dove sono stati impiantati oltre 130 alberi.
“Aver fatto parte di questo percorso - dichiara l’assessore alle infrastrutture e opere pubbliche del comune di Sarzana Giorgio Borrini - è un fatto che mi inorgoglisce. All’inizio del mandato nel 2018, non avevamo nessuna risorsa, solo la ferrea volontà di trasformare una situazione inaccettabile fatta di incuria e di degrado. Oggi, grazie ad un incredibile lavoro di squadra, possiamo dire di aver ricucito quella ferita”.
A fare chiarezza sulle cifre ci pensa l’assessore regionale alle infrastrutture Giacomo Giampedrone. “Si tratta di un investimento complessivo di 10 milioni e 100mila euro, così suddivisi: 4.136.540.36 euro da fondi regionali, 4.136.045.96 euro dal ministero dell’istruzione, 1.726.543.55 euro dal fondo GSE per l’efficenza energetica e 85.391.389 euro di cofinanziamento da parte del comune di Sarzana. Entro fine anno saranno completati la palestra e il Civic center (la parte destinata a iniziative pubbliche e fruibile da tutta la cittadinanza) e sarà demolita la vecchia scuola adiacente. Il progetto prevede la ricostruzione anche di quest’ultima, ma occorrerà essere bravi a intercettare le risorse. Chiunque sarà al governo della Regione - dichiara l’assessore sorridendo - mi auguro avrà questa sensibilità”.