In seguito alle forti piogge di martedì scorso 2 maggio e al blocco di alcune arterie che ha determinato alcune criticità nella circolazione, abbiamo ricevuto alcune riflessioni in merito da Fabio Giacomazzi:
“L’evento alluvionale che ha recentemente bloccato la strada per Porto Venere - spiega Giacomazzi- ha riproposto il tema della mobilità nel nostro Golfo e più in generale a livello della conurbazione Spezia - Ceparana - Santo Stefano - Sarzana - Ortonovo, ormai quasi un continuum urbanistico che pone, oltre al problema del consumo di suolo, per l'appunto anche quello dei trasporti.
Nel presentare la bretella del Buonviaggio il viceministro Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi, ha parlato della necessità di una viabilità ‘ridondante’ come forma di ‘adattamento’ ai cambiamenti climatici. Vuol dire che, visti gli eventi meteorici estremi sempre più frequenti, per andare da A a B non ci può essere un'unica strada, ma almeno una seconda da poter utilizzare in caso di interruzione della prima.
Tuttavia, soprattutto in Liguria, la concausa dei dissesti idrogeologici è proprio l'eccessivo uso del territorio, che indebolisce i versanti, ogni volta che il substrato geologico viene tagliato dalle arterie, sia in superficie, che in galleria o viadotto.
Ma più in generale credo si continui a confondere il concetto di mobilità (ovvero l'esigenza per i cittadini di spostarsi da un luogo all'altro del territorio) con quello della viabilità stradale. Ovvero, il modello imperante è quello del trasporto "privato" e "su gomma". Come nella transizione ecologica si propone quale unica soluzione il passaggio dalle auto con motore endotermico alle auto elettriche, così per le infrastrutture la risposta all'aumento del traffico sembra essere solo quella di costruire altre strade. Che hanno come unico effetto quello di richiamare più auto e diventare ben presto di nuovo insufficienti. Senza contare i problemi di dissesto idrogeologico sopra riportati. Quando invece l'aumento (per ora inarrestabile) del riscaldamento globale e le sue conseguenze richiedono di attrezzarci in modo da ridurre il contrasto con i fenomeni naturali, con degli adattamenti basati sulla ricerca della massima funzionalità degli ecosistemi, una sorta di alleanza con la natura che riduca drasticamente l'impatto della specie umana sul pianeta, ovvero sulla casa comune delle specie viventi.
Tradotto sul tema della mobilità ciò vuol dire prima di tutto dotarci il prima possibile di sistemi efficienti di trasporto collettivo e di alternative all'utilizzo dell'auto”.
Per le premesse esposte sopra Fabio Giacomazzi ritiene che una strada alternativa alla Napoleonica non sia una soluzione. Prosegue poi dicendo: “A livello locale, come esempi di alternative possiamo portare la ‘famosa’ ‘metropolitana leggera’ che avrebbe dovuto interconnettere Golfo e Bassa Val di Magra, asse che da solo vale una fetta maggioritaria dei trasporti nell'intera provincia. O, a livello di Golfo, l sistema di trasporto marittimo, che tra l'altro sarebbe un’ottima risposta alle esigenze della mobilità turistica, anche e soprattutto per Porto Venere. Ma non solo, come alternativa al sovrautilizzo della Napoleonica, era stato redatto un progetto di pista ciclabile, che utilizzando per quanto possibile anche le aree sottoposte a servitù militare, permetteva di servire tutto il versante occidentale del Golfo”.
