In partenza dalla Spezia due container colmi di generi alimentari e materiali sanitari che nel giro di circa dieci giorni partiranno dal porto di Livorno in direzione Alessandria d’Egitto.
La guerra su Gaza ha provocato una crisi umanitaria che vede ormai 2 milioni e 200 mila persone costrette alla fame, senza assistenza sanitaria né più alloggi in cui vivere.
A mobilitarsi ancora una volta la CGIL nazionale che trova supporto alla Spezia, grazie ai magazzini della Caritas che hanno fornito uno spazio di raccolta e gestione del carico che a breve verrà spedito a Gaza.
Il trasporto dei due container da 40 piedi l’uno, contenenti circa 52 pallet, sarà gestito da un armatore privato e partirà solo dopo aver ottenuto l’ok da parte della mezzaluna rossa egiziana (la società nazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa della Repubblica Araba d'Egitto). Dovrà affrontare innumerevoli controlli ed ispezioni nel corso del viaggio, attraverso un tragitto pericoloso e complicato ed oltrepassare almeno 13 checkpoint, per arrivare dal Porto di Alessandria d’Egitto ad Al-Arishc (conosciuto ormai come un blocco, non un controllo).
“Solo un mese fa circa 1500 tir carichi di aiuti umanitari sono stati bloccati di fronte alle porte di Rafah – ha spiegato Sergio Bassoli, Area internazionale CGIL – tutto il nostro carico passerà sotto la responsabilità della mezzaluna rossa palestinese, se tutto va bene poi in mano alle associazioni internazionali che hanno la possibilità di riconoscimento della merce anche se c’è un grande rischio di operare”.
"Una volta giunti nei pressi del varco di Rafah, unica via d’entrata e uscita (pattugliata) dalla Striscia di Gaza, il carico sarà infatti ulteriormente ispezionato dalle autorità israeliane. La Palestina ha una convenzione con la mezzaluna rossa egiziana che ci permette di avere un rapporto diretto con un’agenzia umanitaria riconosciuta anche dalle autorità israeliane che entrano nella striscia di Gaza - continua Bassoli - stando alle regole abbiamo cercato di reperire alimenti per neonati, legumi in scatola, kit di pronto soccorso e igiene personale, grazie al grande lavoro di coordinamento e anche alla Spezia abbiamo trovato una grande disponibilità e un appoggio fondamentale per poter gestire questa fase. Siamo tutti impegnati per sostenere il diritto ad essere assistiti della popolazione civile”.
La raccolta della merce, già partita alla fine di dicembre grazie all’impegno di Cgil, leghe di pensionati, donazioni di soggetti terzi e molti altri, non è stata semplice proprio a causa delle stringenti regole di materiali vietati. Tende da campo ad esempio, per allestire dei rifugi temporanei per gli sfollati, non possono entrare a causa dei paletti in acciaio che le sorreggono. Così come altri materiali e kit medici e chirurgici composti da oggetti in acciaio che possono trasformarsi in armi, bombole di ossigeno, alcuni generi di farmaci. Per un solo errore, l’intero carico può essere bocciato e rimandato indietro. Ogni giorno che un tir resta fermo continua ad essere un enorme costo, viaggiare in Egitto richiede un costo di circa 800 euro al giorno.