Il Comitato provinciale Unitario della Resistenza, l'ANPI, i Comuni di Sesta Godano, Vezzano Ligure e Nuoro hanno organizzato tre iniziative in ricordo di Piero Borrotzu, partigiano "Tenente Piero", ucciso dai nazifascisti ottant'anni fa, il 5 aprile 1944.
Le manifestazioni principali si terranno venerdì 5 aprile alle 10,30 a Chiusola di Sesta Godano e alle 15 a Sarciara di Vezzano Ligure. A Chiusola, nel luogo della lapide e del cippo posati dove Borrotzu fu ucciso, interverranno il Sindaco di Sesta Godano Marco Traversone e il co-presidente del Comitato provinciale Unitario della Resistenza Paolo Galantini. A Sarciara, presso il monumento a Borrotzu, interverranno il Sindaco Massimo Bertoni e il co-presidente del Comitato provinciale Unitario della Resistenza Egidio Banti. Seguirà l'omaggio alla lapide a Borrotzu e alla tomba della madre al cimitero di San Siro, a Vezzano Alto.
A entrambe le manifestazioni interverranno gli studenti del Liceo delle Scienze umane e musicale Sebastiano Satta di Nuoro – Piero Borrotzu era nato a Orani, Nuoro – e gli studenti delle scuole secondarie di primo grado di Sesta Godano e di Vezzano Ligure.
Mercoledì 24 aprile alle ore 10 Borrotzu sarà ricordato al Favaro, nella scuola media Cervi e poi in via Borrotzu. Nella biblioteca della scuola verrà proiettato il film "Una Storia due vite" dedicato a Borrotzu e all'altro partigiano sardo Antonio Mereu, che per una fase combatté al suo fianco nei nostri monti. Interverrà il co-presidente del Comitato Unitario della Resistenza Giorgio Pagano.
Dopo l'8 settembre 1943, Borrotzu, ufficiale dell'esercito indignato per il contegno dei capi militari in fuga, fuggì da Milano con un carico di armi e raggiunse, tramite il parente Antonio Ferrari, il movimento cospirativo legato a "Giustizia e Libertà" che il colonnello Giulio Bottari stava organizzando a Vezzano Ligure. Il gruppo del "Tenente Piero" si insediò nella zona di Antessio, Airola e Chiusola, sotto il monte Gottero, e si contraddistinse per azioni valorose. Il 26 marzo 1944 caddero tre uomini del gruppo. Il 3 aprile il comando tedesco spezzino decise un grande rastrellamento in tutta l'Alta Val di Vara, a cui parteciparono i militi della X Mas. All'alba del 5 aprile i nazifascisti giunsero a Chiusola e radunarono la popolazione per una rappresaglia. Borrotzu non venne scoperto e avrebbe potuto salvarsi. Invece, per evitare il massacro di persone innocenti, si presentò spontaneamente ai nemici. Sul piazzale della chiesa l'ufficiale tedesco diede l'ordine, eseguito da un plotone fascista, di fucilarlo. Prima di essere ucciso, nonostante la precaria condizione fisica per le percosse nel frattempo subite, Piero Borrotzu scattò sull'attenti e gridò "Viva l'Italia libera!".