La realizzazione dell'impianto di Saliceti non è più un'ipotesi o un progetto lontano, nonostante negli anni fosse stata contestata a lungo dai cittadini organizzati in comitati. È infatti con oggi che si avvia la fase operativa per la realizzazione del biodigestore nel sito ex Saliceti nel comune di Vezzano Ligure. Tra due anni a partire da oggi con scadenza a marzo 2026, l’impianto sarà funzionante e operativo e sarà destinato al trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani (umido) e della frazione verde (sfalci e potature) al fine di trattare 60.000 tonnellate di materiale l’anno.
“Per la nostra provincia chiudere il ciclo dei rifiuti vuol dire con orgoglio mettere in sicurezza il sistema e far pagare meno ai nostri concittadini la tassa sulla spazzatura – ha dichiarato il Presidente della Provincia Pierluigi Peracchini - dobbiamo cogliere il beneficio di 40 milioni di euro arrivati dal PNRR, l’importo più alto alla provincia. Viviamo in questa provincia che ha avuto nelle discariche il suo scandalo mondiale – ricordando la discarica di Pitelli - che fu portata come esempio negativo in tutto il mondo. Noi abbiamo ribaltato con forza e collaborazione tutti questi elementi negativi e siamo tra le prime provincie in Italia con questo impianto a chiudere il ciclo. Serve una capacità di visione d’insieme che coinvolga tutti gli enti, secondo quello che indicano le normative comunitarie. Inoltre dobbiamo garantire percorsi virtuosi che portino a diminuire costo delle procedure e quindi a gravare meno sulle bollette degli utenti”.
Dal sopralluogo di questa mattina al cantiere Saliceti, che ha visto riuniti i vertici istituzionali insieme ai tecnici regionali e responsabili di Re.Cos (società che realizzerà l’impianto) è emersa una spiegazione dettagliata riguardo il funzionamento dell’impianto. Il trattamento dei rifiuti avverrà attraverso una fase anaerobica, al chiuso e in assenza di ossigeno, e consentirà di produrre oltre 6 milioni di metri cubi all’anno di biometano, che verranno poi inseriti nella normale rete di distribuzione gas e destinato all’autotrazione. Inoltre, 30.000 tonnellate all’anno di compost di qualità verrà utilizzato in agricoltura e nella vivaistica come biofertilizzante.
La collocazione del Biodigestore, che affiancherà il già esistente impianto TMB destinato ai rifiuti indifferenziati, con il quale è prevista una sinergia volta a costruire un vero e proprio Polo Integrato per il trattamento dei rifiuti solidi urbani del levante Ligure, occuperà un’area di 60.000mq (di cui 25.000 realizzati con edifici coperti).
Seppur sia stata definita interamente industriale, l’area è stata oggetto, negli anni, di numerose contestazioni che hanno visto la mobilitazione di gran parte della cittadinanza di Vezzano Ligure e Santo Stefano Magra, che si è schierata contro l’apertura dell’impianto, appoggiata anche dal Sindaco di Vezzano Massimo Bertoni che stamattina ha dichiarato “il comune ha fatto la sua battaglia, ognuno deve tutelare anche quelli che ritiene siano i propri interessi territoriali. Noi lo abbiamo fatto fino in fondo.
Rispettiamo quelle che sono state le decisioni finali e stiamo collaborando per portare a termine nel più breve tempo possibile l’iter burocratico di questa realtà. Abbiamo combattuto perché ritenevamo giusto che il Comune di Vezzano avesse già dato tantissimo alla provincia della Spezia e non solo nella viabilità.
Lo abbiamo fatto già con il vecchio impianto e con l’area retroportuale che dedica spazio a tante realtà di autotrasporto. Ritenevamo giusto e corretto che non pagassimo un altro prezzo. Una cosa è certa, il ciclo dei rifiuti va chiuso ed era necessario collocare l’impianto da qualche parte. Mi auguro che tutto questo per Vezzano voglia dire avere una ricaduta in termini pratici, anche su tante altre situazioni. Non dimentico tutte le difficoltà che abbiamo avuto con le disgrazie che capitano sul territorio, l’augurio è che riusciamo a fare tutto questo percorso insieme e nel più breve tempo possibile”.