Il modus operandi è sempre lo stesso: chiamare persone anziane, fingendosi un funzionario delle forze dell’ordine, e raccontare loro che il figlio si trova in stato di fermo e necessitano soldi (ma anche oro) da consegnare ad un incaricato per evitare la detenzione in carcere al figlio.
Venerdì 9 febbraio è toccato alla signora Matilde ricevere una telefonata da un presunto carabiniere.
Dice la signora Matilde (nome di fantasia): ho capito subito che si trattava di una truffa, intanto perché io non ho figli maschi (mentre la voce al telefono parlava di “mio figlio”) e poi perché non era la prima volta che ricevevo questo genere di telefonate. Una volta mi ero segnata anche il numero di telefono del mittente e l’avevo consegnato ad un mio parente perché facesse la denuncia alla polizia postale. Ma gli è stato risposto che è impossibile dimostrare che fosse un tentativo di truffa, e la cosa è finita lì.
Matilde, l’hanno chiamata al cellulare?
No, al telefono fisso. Sono una che ha ancora il telefono in casa e sono presente anche sull’elenco telefonico.
Come ha fatto a contattare le forze dell’ordine mentre era al telefono con il presunto impostore?
Quando ho capito che era un raggiro, ho preso tempo dicendo al malvivente che dovevo cercare l’oro nei cassetti in camera; invece, col cellulare ho chiamato mio genero che avvisasse immediatamente le forze dell’ordine.
Veramente un’iniziativa lodevole la sua, ed anche molto coraggiosa. Le Forze dell’ordine l’hanno contattata subito?
Immediatamente. Un carabiniere è venuto in casa mia mentre ero ancora al telefono, e poi altri si sono appostati in strada, vicino al portone, che era il luogo dell’incontro. Hanno assistito a tutta la vicenda.
Dove è avvenuto l’incontro col truffatore?
Sotto casa. Avevo preparato un pacchetto come mi aveva chiesto, ma al posto dell'oro ci avevo messo della frutta. Quando sono uscita, davanti al portone c’erano diversi passanti ma nessuno in attesa, poi ho scorto un uomo a qualche decina di metri, che ha esitato un po’ prima di venire verso di me. Poi mi è venuto incontro, mi ha detto che doveva ritirare un pacco, ma appena gli ho passato il pacchetto, è uscito il carabiniere che si era appostato nel portone. Quindi l'uomo ha subito fatto cadere il pacchetto ed è corso via a gambe levate. È iniziato un inseguimento, il carabiniere lo ha rincorso ed è riuscito a fermarlo.
Matilde ma lei non ha avuto paura?
No, ero arrabbiata e sapevo di fare la cosa giusta. È terribile che ci siano persone che tentano di approfittarsi degli anziani, che sono più deboli e vulnerabili, facendo leva sui loro sentimenti e sulle loro paure. Io per fortuna ho capito subito che si trattava di una truffa, ma se non fosse stato così avrei temuto per un figlio che si poteva trovare in difficoltà, e questo non è giusto.
Come giudica l’operato delle forze dell’ordine?
Sono stati eccezionali, ci tengo a ringraziarli moltissimo. Sono intervenuti subito, mi hanno incoraggiata e hanno agito con professionalità. Il carabiniere che ha eseguito l’inseguimento ha rischiato in prima persona, perché è finito a terra col truffatore, quando gli si è gettato addosso per fermarlo. Spero che non si sia fatto male. E poi, sia a casa sia in caserma quando sono andata per formalizzare l’accaduto, sono stati tutti molto gentili, mi hanno fatto molti complimenti. Mi sono sentita protetta. Ci tengo molto a ringraziarli.
Cosa direbbe ad altri anziani che si possono trovare nella sua stessa situazione?
Direi loro di stare sempre attenti, di dubitare sempre e non credere al contenuto di queste telefonate. E poi di contattare le forze dell’ordine.
La Redazione ringrazia Matilde per il coraggio ed il senso civico che ha dimostrato. La sua testimonianza è importante per tutti, perché la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine deve essere un elemento essenziale per una società civile