"La categoria degli agricoltori, che è stata elogiata da tutti durante il covid per il lavoro svolto, è passata non in secondo, bensì in terzo piano agli occhi della politica internazionale della comunità europea" - Queste le parole di Filippo Zangani, Presidente di Confagricoltura della Spezia, il quale si dimostra notevolmente preoccupato per gli scenari che si stanno affermando a livello internazionale, con le ricadute sul nazionale e, di conseguenza, sul nostro territorio.
Norme stringenti, diffusione di cibi sintetici, mancato riconoscimento dei valori del made in Italy e minore dignità data al lavoro degli agricoltori: questi i principali motivi della protesta della categoria che sta prendendo piede in tutta Italia in questi ultimi giorni, coinvolgendo anche il territorio dello Spezzino.
"Le preoccupazioni più grandi riguardano le attività delle colture estensive, che possono riguardare maggiormente le vallate del Magra e dell'alta Val di Vara - ci spiega Zangani, - mentre il rincaro delle materie prime colpisce invece tutti, un aspetto che sta diventando insostenibile".
Insostenibilità che, secondo Zangani, deriva dal fatto che "L'agricoltura non ha la redditività che possono avere altri settori e ciò è dimostrato dalle tante misure prese negli anni a suo favore, se queste misure però vengono meno o diventano restrittive il nostro settore cessa di essere attrattivo".
Tale problematica conduce poi a ripercussioni importanti: "Subentrano da qui altre problematiche - sottolinea Zangani - come la provenienza del cibo e il cosa mangiare, per non parlare di cosa accadrebbe al nostro territorio, qualora venisse meno l'agricoltura, in termini di manutenzione del paesaggio".