A bussare alle porte delle classi dell’asilo di Sarzanello è stata la famiglia di un alunno con un progetto di psicomotricità che è diventato oggi un corso effettivo erogato dalla scuola. Stiamo parlando dell’educazione al movimento attraverso cui i bambini impareranno una delle sfide più innovative ed inclusive, quella di acquisire la percezione di sé e la relazione con il mondo che li circonda.
La necessità di creare un’educazione più completa nasce grazie all’impegno di Claudia Macchini e Stefano Ratti, il cui figlio di appena 6 anni, Andrea, convive con disabilità motorie. Motivo per cui, insieme all’associazione Danzabilmente della Spezia, hanno elaborato un progetto calibrato per la classe in questione, dove tutti i bambini e le bambine hanno iniziato un percorso educativo inclusivo, volto tra le altre cose, ad imparare a comprendere, coesistere ed aiutare chi convive con disabilità. Lo scorso anno il progetto ha avuto durata gennaio-maggio ed è stato interamente finanziato dalla famiglia Ratti-Macchini riscuotendo un grande successo, così tanto che quest’anno la scuola lo ha riproposto per il solito periodo e finanziando l’intera somma.
Educare attraverso il corpo è anche abbattere la paura e la diffidenza nei bambini nell’approcciare a ciò che vedono come diverso ed avvicinarlo sempre più a sé. Attività di gioco inclusivo, dove si impara il contatto fisico e il rispetto reciproco, ma soprattutto a comprendere l’altro come sé stesso. È questa la sfida che il progetto “Move: percorsi di educazione al movimento a scuola” creato dall’Asd. Danzabilmente, fondata da Marcella Gambino, psicomotricista, si pone, per il curricula scolastico e prescolastico applicabile a classi delle scuole dell'Infanzia e scuole primarie di primo e secondo grado. I risultati non hanno tardato ad arrivare, dopo solo il primo anno durante il quale, si è proposto alla classe questo metodo, si sono già notati i segni di miglioramento all’interno del gruppo e soprattutto per il piccolo Andrea.
L’educazione al movimento e la comprensione dell’attività motoria rappresentano un passaggio naturale nella crescita psico-fisica del bambino e costituiscono uno strumento essenziale di intervento educativo, volto all’acquisire la percezione di sé e la propria relazione con il mondo circostante. La psicomotricità infatti si occupa in questo contesto proprio di lavorare sul corpo attraverso il quale avviene la maggior parte dell’apprendimento per i bambini di questa età. Si tratta di un progetto che va al di là della presenza o meno di disabilità, applicabile a qualsiasi tipo di classe proprio grazie ai benefici che una corretta e completa esplorazione motoria porta a livello di armonia dei movimenti e di conseguenza della coscienza e sicurezza di sé.
È un messaggio alle scuole e alle famiglie, grazie al quale si può conoscere una realtà educativa il cui presupposto è una “psicologia unitaria della persona che considera l’individuo come sistema circolare in cui anche l’esperienza del gruppo da un valore rilevante” basata sulla didattica laboratoriale.
L’approvazione del progetto non significa solo ampliare l’offerta educativa, ma abbracciare un nuovo metodo d’insegnamento, al passo con i tempi e importante sotto molti punti di vista, "nell’area dell'infanzia, questi metodi si propongono attraverso un'esperienza secondo i principi psicomotori e di psicomotricità, educativa e relazionale - ha spiegato Zahydeé Barreto, Psicomotricista che ha collaborato al progetto - l'intento non è stato quello di mettere al centro la disabilità, ma nell'insieme. Un bambino sta bene se sta bene nel luogo in cui si trova. Dopo il primo anno la scuola è rimasta sorpresa e ha sentito la necessità di riproporlo. Abbiamo quindi presentato un progetto a cui parteciperanno tutti gli alunni della scuola, divisi in tre gruppi svolgeranno laboratori da circa un'ora l’uno".
Nasce dal basso questa iniziativa, e non è solo la storia di un progetto utile all’educazione ed al passo con i tempi, in un mondo in cui discipline mediche applicate all’educazione sono sempre più affermate, ma soprattutto quella di una famiglia che si è adoperata a predisporre le basi per i benefici del proprio figlio. Claudia e Stefano, non si sono solo occupati di fornire al figlio un normale sostengo, ma hanno fatto da tramite per costruire una rete di collaborazione tra associazione, scuola e Comune per favorire il benessere a 360% del piccolo Andrea.
A dimostrarlo, anche la situazione creatasi all’interno della scuola in cui l’ascensore, necessario per salire al piano superiore dove si tengono le lezioni, non è funzionante da anni. Claudia si è infatti adoperata ad interpellare il Comune di Sarzana per l’intervento, "la settimana scorsa, precisamente mercoledì, i tecnici sono andati alla scuola dell' infanzia di Sarzanello e dicono che inizieranno i lavori ad Aprile perché devono ordinare i pezzi - ha spiegato - ho saputo che è stata avviata la gara d' appalto per i lavori, ci vorranno i tempi tecnici necessari". Per il momento però, l'inizio del progetto è stato posticipato a causa di questa situazione, per la quale sono comunque ancora in corso incontri con Comune, Asl e scuola per la risoluzione del problema.