Ancora due donne oggetto di violenze fisiche e psicologiche che, pur avendo denunciato, cedono alle pressioni del loro persecutore e gli consentono di entrare in casa, nonostante quest’ultimo, in ragione dei propri comportamenti aggressivi, fosse gravato da ordine di allontanamento dalla casa famigliare e dovesse mantenersi a minimo trecento metri dai luoghi frequentati da madre e figlia.
I fatti risalgono alla serata di ieri, quando due agenti della squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale si sono recati presso l’abitazione di una donna spezzina, da loro già conosciuta, per notificare a lei ed alla madre alcuni atti giudiziari.
All’apertura della porta, gli agenti hanno constatato la presenza di entrambe le donne ma udivano dei rumori provenire dal bagno. Alla domanda se qualcuno oltre a loro si trovasse nell’abitazione, gli agenti hanno ricevuto risposta negativa. Insospettiti dall’atteggiamento evasivo di madre e figlia, si sono diretti verso il bagno, nel quale hanno sorpreso l’ex compagno della figlia nascosto nel box doccia.
Esperiti immediati accertamenti sulla identità dell’uomo e sulla sua posizione rispetto ad eventuali gravami di natura penale, gli Agenti hanno appurato che era gravato da un ordine di allontanamento, quindi lo tratto in arresto immediato, misura cautelare obbligatoria e conseguente alla violazione dell’ordine del Giudice di divieto di accesso alla casa ove si trovava e di avvicinamento alla compagna e a sua madre, in quanto indagato per i reati di violenze fisiche e psicologiche perpetrate a danno delle stesse.
Avvisato dei fatti il Pubblico Ministero di turno, questi ne disponeva la detenzione nella cella di sicurezza del Comando di Viale Amendola fino all’udienza di questa mattina.
In attesa dell’entrata in vigore il 9 dicembre delle nuove e più severe disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica, l’uomo rischia ora fino tre anni di carcere.