Un tempo, alcuni decenni or sono, il fenomeno patologico delle cosiddette “dipendenze” era quasi del tutto legato all’assunzione di sostanze, in particolare le droghe. Man mano che il tempo è passato, si sono aggiunte, spesso sostituendo quelle precedenti, “dipendenze” di nuovo tipo, legate a comportamenti (ad esempio le cosiddette “ludopatie”, legate al gioco e alle sue conseguenze) oppure a strumenti di carattere tecnologico. Ci riferiamo alle “dipendenze digitali”, che stanno diventando un fenomeno dilagante, e comunque già molto diffuso, anche nel territorio spezzino.
A contrastare l’incalzare di simili patologie, che spesso mettono in crisi le persone, sia sul piano fisico sia su quello socio-psichico, e quindi anche le famiglie, sono le autorità pubbliche con le loro competenze socio-sanitarie. Ma le strutture dell’Asl e dei ditretti sociali, da sole, non ce la fanno.
Emerge quindi ancora una volta il ruolo importante del consorzio “Cometa”, di ispirazione cattolica, fondato e diretto da don Franco Martini. Del ruolo di “Cometa” in questo nuovo campo di azione, impensabile negli anni passati, si è parlato nei giorni scorsi alla televisione diocesana spezzina Tele Liguria Sud.
Va infatti tenuto conto del fatto che la dipendenza digitale appare un fenomeno in continuo aumento. Molti giovani – ma non solo i giovani – vivono ormai pressoché costantemente connessi ad internet, e finiscono così con lo scambiare la realtà vera con quella virtuale.
Il consorzio, su questo fronte, utilizzando le proprie sedi ed in particolare quella di via Veneto alla Spezia, svolge un’opera molto preziosa di aiuto e di assistenza, coordinata dallo psicopedagogista Fausto Rossi. Nei prossimi mesi sarà aperto infatti un centro dedicato non solo ai minori già affetti da simili devianze, ma anche di quelli potenzialmente “a rischio”.
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