Sta suscitando vivaci polemiche sulla cronaca nazionale la vicenda che riguarda il generale spezzino Roberto Vannacci, autore del libro auto-pubblicato “Il mondo al contrario”.
L’autore, nato a La Spezia il 20 ottobre 1968, è un generale di Divisione dell’Esercito Italiano in servizio. Al suo attivo diversi ruoli importanti nelle forze speciali dell’Esercito, come la Task Force 45 nella guerra in Afghanistan, il 9° Reggimento Col Moschin, la Brigata Paracadutisti Folgore di Livorno.
Nell’agosto 2023 è stato pubblicato il suo libro “Il mondo al contrario”. Immediate e forti le polemiche per alcune frasi contenute all’interno del libro, in cui apostrofa gli omosessuali con “normali non lo siete”.
Questa ed altre frasi, riportate da molti giornali della stampa nazionale, hanno suscitato reazioni indignate da parte di diversi esponenti della politica e della cultura, in quanto considerate omofobe e gravemente discriminatorie. Da considerare poi che le frasi arrivano da un “servitore dello Stato”, in considerazione del ruolo dell’autore nelle Forze Armate Italiane.
In seguito alle polemiche, su decisione del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il generale Vannacci è stato avvicendato nel suo incarico alla guida dell’istituto geografico militare di Firenze, e messo a disposizione del comando delle forze operative terresti sempre nella sede del capoluogo toscano e intanto, non si placano le polemiche.
E la vendita del libro è balzata in testa alle classifiche. Abbiamo verificato che ad oggi (20 agosto 2023 ndr) il libro “Il mondo al contrario” risulta alla posizione numero uno nella classifica Bestseller della piattaforma e-commerce Amazon.
La Redazione di Gazzetta della Spezia ha chiesto di commentare la vicenda, che vede protagonista uno spezzino, ad esponenti locali della politica.
Stefania Pucciarelli (Senatrice della Repubblica Italiana)
Il tema è se esiste ancora o no la libertà di pensiero e di espressione. Oggi assistiamo sempre più spesso alla sua applicazione secondo schemi variabili, spesso la geometria che stabilisce se una espressione o un pensiero possono o no essere espressi, è determinata da quello che è il pensiero unico.
Quando ad effettuare attacchi spesso personali e al limite della diffamazione è un Saviano o un Don Ciotti, ad esempio, guai a dissentire o provare a criticare.
Ma, se ad uscire al di fuori di quello che viene ritenuto un dogma è un Generale, allora si attiva subito la macchina del fango, il linciaggio mediatico, la richiesta di non so quali punizioni.
E tutto questo nonostante che il Generale abbia chiaramente scritto nel libro in questione che l’opera è una forma di libera manifestazione del pensiero ed espressione delle personali opinioni dell’autore e non interpreta posizioni istituzionali o attribuibili ad altre organizzazioni statali e governative.
Per quanto mi riguarda, io valuto il Generale per il sevizio che ha svolto per il Paese in tutti gli anni della sua carriera, per lui parla tutta la sua attività e la difesa della libertà e a favore della pace. Per lui parla la presa di posizione a tutela degli uomini che aveva sotto il suo comando, specie sulla questione uranio impoverito.
E aggiungo, ritengo di vivere in un paese in cui esiste ancora la libertà di pensiero e di espressione anche quando queste non ci piacciono.
E ritengo preoccupante quando si vuol impedire a qualcuno di poterlo fare, perché in quel momento viene espresso un qualcosa che a noi non piace.
Raffaella Paita (Senatrice della Repubblica Italiana)
“Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!”. Imbarazzare le Istituzioni con frasi sessiste, offensive e triviali è SEMPLICEMENTE INACCETTABILE. Il Generale Vannacci non può continuare a disonorare l’Esercito con i suoi deliri antidemocratici. Lasci immediatamente ogni incarico.
Davide Natale (Consigliere della Regione Liguria)
Parole inaccettabili, volgari, razziste e tremendamente violente. Mi rattrista pensare che nel 2023 ci siano persone che fanno certe considerazioni, e mi fa pensare che ci sia ancora tanto lavoro per far crescere una società che superi stupidi pregiudizi e razzismi.
Se poi queste parole arrivano da chi dovrebbe rappresentare lo Stato, tutto ciò assume ancora maggiore gravità. Unico consiglio: non comprate quel libro! Auspico che, a partire dalle scuole e in tutti i luoghi in cui si formano le nuove generazioni, si mettano in campo le azioni per un’Italia del futuro più solidale, giusta e accogliente.
Francesco Ponzanelli (Vicepresidente della Provincia della Spezia)
Bisogna ragionare non tanto sulle parole, che possono essere contestabili o no. Personalmente, nella mia visione di democratico cristiano, penso sia basilare un confronto continuo sul tema dell’allargamento dei diritti civili, mettendo al centro l’essere umano. Il tema non deve esser visto come un’ideologica presa di parte, ma come qualcosa che possa unire. Qual è la priorità di un essere umano? Vivere meglio o vivere come si vuole? Vivere in una società regolarizzata, e come deve essere regolarizzata? Queste problematiche erano già presenti ai tempi della Democrazia Cristiana. Il presupposto è quello del laicismo, la società è laica. Fondamentale il rispetto delle persone. Oggi c’è la tendenza a continue polemiche, manca un confronto politico e sociologico serio, che porti alle soluzioni e non ad alimentare divisioni, che conducono solo a situazioni allontanate da quelle che sono le principali cause. Nel contesto politico, sia di destra che di sinistra, c’è molta propaganda; invece, ci dovrebbe essere una grande forza di equilibrio, necessaria per risolvere i problemi. Abbiamo molti problemi, oltre a quello che ha scritto il generale Vannacci.
Leonardo Paoletti (Sindaco di Lerici)
Non ho letto il libro. Ho grande rispetto per gli ufficiali della Folgore, dove ho prestato servizio militare. Però un libro su temi sociali scritto da un militare non attira il mio interesse. Potrebbe interessarmi se parlasse di geo-politica. Ma su certe tematiche scelgo altri autori.
Rita Mazzi (Sindaco di Follo)
Il libro non l'ho letto. Non so neanche se lo leggerò. Mi infastidisce l’idea di tutti questi scrittori improvvisati. Credo che nessuno di noi sentisse il bisogno di conoscere il pensiero del generale. Anche io credo come lui nella libertà di pensiero, ma credo fermamente nel rispetto dei ruoli che si ricoprono, soprattutto se si è al servizio dello Stato. No, quel libro non lo comprerò e approfondire il pensiero del generale, ora che voi mi ci avere fatto pensare, non mi interessa minimamente. Il mondo al contrario mi interessa soltanto se si parla di favole. Mi fermo qui perché chiaramente il discorso potrebbe essere approfondito in diverse direzioni.
Francesca Sturlese (Sindaco di Porto Venere)
Faccio una doverosa premessa: non sono solita e non mi piace esprimere giudizi su cose e fatti di cui non sono a conoscenza o su persone di cui ignoro l’esistenza o il vissuto. Ciò premesso, pur non avendo letto il libro del generale Vannacci, ma avendo letto alcuni articoli che ne riportano anche solo in parte il contenuto, posso dire che non condivido il suo pensiero.
Tengo a sottolineare che le esternazioni fatte su alcuni organi di stampa dal vicesindaco Di Pelino sono sue considerazioni personali, non il pensiero dell’Amministrazione che io rappresento, e non accetto in alcun modo che vengano strumentalizzate.
Paola Sisti (Sindaco di Santo Stefano di Magra)
Le posizioni del Generale Vannucci non interpretano le innumerevoli sfaccettature di una società profondamente cambiata e dove devono trovare cittadinanza tutte le sensibilità e soprattutto tutte le forme di libertà. Assumere oggi parole e comportamenti contro la comunità LGBT, contro gli omosessuali, gli stranieri, gli ambientalisti non solo è moralmente ed eticamente sbagliato ma è anacronistico e socialmente ingiusto! Trovo un motivo in più per non condividere il pensiero del Generale Vannacci e riguarda il rispetto che ogni uomo dello Stato, civile o militare, deve allo Stato stesso e che in quanto tale deve garantire protezione e rispetto a tutti i cittadini in adempimento dell’art 3 della nostra Costituzione che garantisce pari dignità a tutti i cittadini senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinione politiche, di condizioni personali o sociali.
Emanuele Moggia (Sindaco di Monterosso)
In disparte l’esagerata inflazione di tempo e parole dedicati a questo mediocre caso agostano, il sugo della vicenda si riduce all’Art. 3 della nostra Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Per estensione, pertanto, chiunque, e quindi anche il “nostro” Generale Vannacci, su qualsiasi tema (compresi omosessualità, legittima difesa, immigrazione etc. ) è libero di pensarla come crede proprio perché, vivaddio, viviamo in una Democrazia.
Ma chi a vario titolo rappresenta le Istituzioni repubblicane e soprattutto chi, in virtù e a causa del ruolo ricoperto, su quella Costituzione ha giurato, dovrebbe almeno dimostrare di padroneggiare maggior prudenza nel palesare certe opinioni personali.
E questo proprio perché gli intimi convincimenti generalizi recentemente assurti alla ribalta delle cronache estive incarnano l’esatta antitesi di quello che invece dovrebbe essere il dovere (dovere liberamente scelto dal Generale quale propria professione) di difendere (tutte) le Istituzioni e (tutti) i cittadini che la nostra Costituzione rappresenta, tutela e protegge.
Tertium non datur. Anzi, a proposito di “Tertium”: è invece un “Datur” di fatto che stiamo assistendo al drammatico impoverimento culturale di quella che dovrebbe essere la classe dirigente della nostra Repubblica. E quindi, in epilogo (e questa volta si spera tombale) ha ragione lei, Generale Vannacci: il mondo va davvero al contrario. Sic!
Luca Marchi (Vice-Sindaco di Castelnuovo Magra e Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista)
Non ci hanno lasciati indifferenti le parole - messe nero su bianco in un libro - di Roberto Vannacci, ex generale della Folgore originario della Spezia oggi a capo dell’Istituto Geografico Militare di Firenze, ossia un esponente di spicco dell’Esercito Italiano.
Ci scandalizza infatti che un rappresentante dello Stato possa esprimersi in questo modo, con dichiarazioni in netto contrasto con la nostra Costituzione, ma soprattutto ci spaventa perché sembra essere il prodotto di un clima politico che in parte favorisce e in parte tollera questo tipo di uscite. Non è un caso che Forza Nuova abbia nelle scorse ore proposto una candidatura al Generale, e che nella nostra provincia il Vicesindaco di Porto Venere gli esprima solidarietà. E ci consola solo in parte sapere che il suo volume è autoprodotto - nessun editore fortunatamente se ne è fatto carico - perché purtroppo registra significativi numeri nelle vendite online. Anche questo ci fa capire come un libro come questo sia solamente la punta di un iceberg di un sentimento latente, fatto di intolleranza, omofobia e discriminazioni che non si riesce ad estirpare dalla nostra società. Oltretutto il generale affronta tutta una serie di temi, oltre all'omofobia sprigionando odio verso i migranti e la società multietnica, oltre che verso le lotte ambientaliste e femministe.
Auspichiamo vengano adottate tutte le misure del caso, poiché un simile comportamento in una società civile merita di essere sanzionato e censurato.
Fabio Cenerini (Consigliere Comunale della Spezia)
Non mi piace dare giudizi senza dati oggettivi, sto leggendo il libro. Quello che posso affermare è che l’ART. 21 della Costituzione sancisce che: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” Mi sembra sia chiaro!
Aggiungo che accanto a me in Consiglio Comunale dal 2002 al 2012, è stata seduto il colonnello e amico Alessio Anselmi, responsabile nazionale del Cocer M.M. Alessio interveniva in aula e faceva comunicati stampa!
Intanto la macchina del fango è partita. Macchina che io ben conosco. Se il Gen. Vannacci avesse scritto il contrario, e non è un gioco di parole, sarebbe stato osannato. E proseguo nella lettura del libro.
Giorgia Lombardi (Consigliere Comunale della Spezia)
Non ho letto il libro e non posso esprimere un giudizio ponderato.
Se mi baso sui titoli di giornale e sulle frasi estrapolate dal libro, credo che siano gravissime, che sia una visione del mondo intollerante. Parla di 'discriminazione' al contrario, come se l'unica "normalità" sia quella che lui descrive non conoscendo altre realtà se non il suo microcosmo privato.
Fortunatamente, il mondo non è come questo signore vuole dipingerlo, i giovani hanno visioni molto più accoglienti e inclusive e noi tutti dovremmo cercare di insegnare proprio questo ai nostri figli.
Il fatto che il libro sia autoprodotto e che nessun editore lo abbia voluto pubblicare già denota che non era un libro con un valore intrinseco.
Inoltre, ritengo che talvolta anche i giornali abbiano la colpa di aver sottostimato la gravità delle parole del generale (o ex generale), con titoli che derubricano a 'sparate' quelle tremende parole discriminatorie.
Parafrasando Warhol, il quarto d'ora di notorietà è stato ampiamente superato.
Piera Sommovigo (Consigliere Comunale della Spezia)
Pensavo che il Mondo potesse definirsi “al contrario” perché ci sono le guerre, perché i bambini muoiono di fame e di stenti, perché delle persone non riescono ad arrivare alla fine del mese, a curarsi, ad avere e mantenere una casa… insomma perché ci sono molte, troppe ingiustizie. Scopro invece che per un soggetto che ha giurato sulla nostra Costituzione le ragioni di un Mondo al contrario sarebbero altre…. Non si invochi la libertà di pensiero tutelata dalla Costituzione che deve sempre coordinarsi con l’art. 3 della stessa che vieta ogni discriminazione collegata alla razza, all’orientamento sessuale, alle idee religiose…spero che la pubblicazione del libro non sia avvenuta ora perché ciò che prima giustamente alcuni si vergognavano a pensare ed ancora di più a dire pubblicamente non sia divenuto adesso, a causa di quanto abbiamo anche da ultimo assistito, motivo quasi di orgoglio e di rivalsa. L’Italia non è così ed una persona così non può rappresentare gli italiani.
Bernardo Ratti (Consigliere Comunale di Lerici)
Quanto scritto da Vannacci è tanto più vergognoso e meschino in quanto viene da un rappresentante delle Istituzioni. In contrasto con i valori della Costituzione ai quali ha prestato giuramento, dimostrando ignoranza. Purtroppo, segue la traccia di tanti personaggi nazionali e internazionali che vorrebbero far tornare l'Umanità indietro nel tempo con tesi pericolose.
Da convinto democratico, da cattolico, non posso che esprimere sdegno nei suoi confronti e verso tutti coloro che, in qualche modo, lo giustificano e, anzi, stanno esprimendo ammirazione.
Roberto Italiani (Assessore Comune di Sarzana)
Ognuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni su qualsiasi tema. Certamente senza insultare nessuno.
Nel libro il Generale parla di normalità: la normalità è un concetto statistico, quindi semplificando, si può avvicinare al concetto di maggioranza. Se la maggioranza di una popolazione è in un certo modo o si comporta in un certo modo, l'essere o il comportarsi può definirsi normale. Oppure è un concetto morale, e allora diventa una sorta di main stream o pensiero dominante determinato dai poteri forti.
Il generale, a mio avviso, si pone proprio in posizione critica con questa seconda interpretazione del concetto di normalità.
Federica Lavaggi (Assessore alla cultura sport scuola giovani del comune di Levanto)
Ciò che emerge chiaramente dalla recensione del libro del generale Vannacci pubblicata di recente da Repubblica è incredibile e deplorevole. Non è ammissibile che un membro così importante delle forze armate possa sentirsi libero di esprimere opinioni di questa sorta o, in un esercizio speculare, che le forze armate ammettano al proprio interno una persona che, liberamente, esprime idee che la grande maggioranza avrebbe remore a pronunciare anche soltanto al bar tra gli amici, dopo una eccessiva bevuta. Conosciamo molti membri delle forze armate che vestono con decoro e disciplina la loro divisa, loro stessi scandalizzati, e noi con loro. Ritengo che il Generale abbia consapevolmente deciso di accettare le conseguenze, scontate, della pubblicazione del libro. Velleità politiche e volontà di ritrarre una destra ancora più estrema rispetto al governo Meloni che evidentemente non ritiene abbastanza rappresentativo. E’ questo che maggiormente mi spaventa: l’ennesimo sdoganamento delle peggiori ideologie umane e l’orgogliosa rivendicazione di esse come parte del processo democratico nell’esercizio della libertà di parola, e la pretesa che esse diventino argomento di dibattito politico attivo.
Luca Comiti (Segretario Provinciale CGIL)
Non è ammissibile che un servitore dello Stato faccia affermazioni dichiaratamente omofobe, misogine, razziste ed anticostituzionali. Qui non c’entra niente la libertà di espressione, quelli di Vannacci sono solo insulti volgari. Bene il suo allontanamento dal comando, ma bisogna capire se la sottocultura di Vannacci possa trovare un terreno fertile all’interno delle Forze Armate e nel caso intervenire per estirparla a tutti i livelli.
Antonio Carro (Segretario Provinciale CISL)
Bene ha fatto il ministro della difesa Crosetto a prendere i provvedimenti dovuti per frasi omofobe e razziste del generale Vannacci, che rischiano di screditare l’Esercito, la Difesa e la Costituzione a cui tutti dobbiamo attenerci, specialmente chi fa parte delle Istituzioni.
Marco Furletti (UIL La Spezia)
Nella piena consapevolezza che ciascun individuo è libero di esprimere liberamente il proprio pensiero, chi occupa ruoli pubblici e rappresenta le istituzioni dovrebbe astenersi da esternazioni e pubblicazioni come quella del generale Vannacci. Ovviamente personalmente sono distante dal pensiero espresso dal Generale e condivido pienamente la decisone di rimozione assunta dal Ministro Crosetto.
Jacopo Montefiori (Segretario Provinciale PD)
È grave che una figura di rilievo delle forze armate con incarichi di responsabilità possa anche solo pensare di uscire con una pubblicazione dove si sostengono tesi razziste, antidemocratiche e anticostituzionali. Ora ci auguriamo che partano rapidamente le procedure disciplinari e gli atti ad esse conseguenti, la sola rimozione dagli incarichi sarebbe un modo per sgonfiare il caso, come mettere la polvere sotto il tappeto.
Antonella Franciosi (Segretario Provinciale Italia Viva)
Mi stupisce il fatto che il generale sia così spaventato dal mondo che lo circonda e che proprio non capisce più; e ancora di più che ci tenga così tanto a far sapere a tutti delle sue paure da raccontarle in quasi 400 pagine e da pagare lui stesso per farci sapere che, poveretto, non si raccapezza in quel che gli accade intorno, per esempio che le donne non vogliano più essere solo casalinghe e brave madri come la sua mamma.
Era tutto così facile nel suo mondo antico, perché glielo volete rovinare?
Il mistero è come possa un uomo così pauroso essere diventato un comandante di primo piano delle forze armate. A me avevano detto che ci voleva coraggio ad affrontare la guerra, si vede che ce ne vuole di più ad affrontare i cambiamenti sociali e a vivere nel proprio tempo.
Paolo Putrino (Partito Democratico)
Credo che per la gravità delle cose dette, perfino il Ministro Crosetto abbia giustamente dovuto decidere di intervenire. Il livello becero offende le componenti democratiche delle forze armate che per fortuna non sono tutte come lui. Un livello di ignoranza che lo porta, mentre esprime razzismo, omofobia e misoginia, a citare Giulio Cesare come grande Imperatore, stratega che era noto come "amante di tutte le mogli e moglie di tutti I mariti " pur restando innovatore. L’ignoranza fa fare brutte gaffe e pessime figure. C’è da chiedersi come avvenga la selezione dei generali.
Fabrizio Zanicotti (Lega per Salvini)
Il generale Vannacci, scrivendo il pamphlet "Il mondo al contrario", ha voluto semplicemente dire la sua contro il "pensiero unico" e contro il "politicamente corretto" tanto cari alla sinistra e ai cosiddetti progressisti di casa nostra. Data la levatura del personaggio (titoli di studio, esperienza bellica sul campo in fronti difficili ecc.), mi rifiuto di pensare che non sapesse di sollevare un polverone.
Detto questo, non ravviso nel suo scritto nulla di anticostituzionale né di penalmente rilevante. Oggi viene punito perché ha osato mettere per iscritto ciò che la stragrande maggioranza della gente pensa e che non ha il coraggio di dire. Non credo debba chiedere scusa a nessuno perché ha il sacrosanto diritto di potersi esprimere liberamente ogni qualvolta esterni a titolo personale e senza recare offesa ad alcuno. Meno male che non è passata la legge Zan..... saremmo qui ora a leccarci le ferite!
Paolo Pazzaglia (Spezia al Centro)
Vannacci non è un opinionista, un influencer o un “giornalistucolo”, ma è un pluridecorato dello Stato, e forse è proprio questo aspetto che ha provocato un grande disturbo a tanti e tante polemiche, ovvero il fatto che una persona del suo valore e della sua credibilità dica cose non allineate.
Non sono d'accordo su tutto quello che viene scritto nel libro, ma alcuni argomenti sono condivisibili e, soprattutto, sono trattati in modo completamente diverso dalle critiche che ho letto su alcuni giornali e su tanti commenti sui social, fatti da persone che il libro non lo hanno nemmeno letto.
Lo scandalo mediatico, infatti, è scaturito nel momento in cui alcuni giornali hanno scritto i primi articoli sul libro con dei virgolettati, estrapolando frasi ad effetto senza tenere conto del contesto.
Se dal punto di vista "etico" queste scelte giornalistiche sono, perlomeno, discutibili, “editorialmente" parlando si può dire che sia stato un grande successo, sia per i media, che stanno facendo grandi audience, che per l'autore del "Il mondo al contrario", che in pochi giorni è diventato il libro più letto in Italia e si preannuncia un caso da record. Dando un gran rispolvero al vecchio detto: " anche male, purché se ne parli".
Uno dei passaggi incriminati é una frase su Paola Egonu. Vannacci osserva che sia una italiana di cittadinanza ma che sia altrettanto evidente che i suoi tratti somatici non rappresentino appieno l'italianità. La frase, apparentemente, può sembrare aspra ma è inserita in un contesto molto più ampio, da cui si evincono le vere intenzioni dell'autore. Siamo nel capitolo dedicato alla società multiculturale e multietnica e la Enogu compare termine di un lungo discorso sulla "Cancel culture", ovvero quel processo che vorrebbe tirare un colpo di spugna su storia e tradizioni millenarie.
La società cambia, come cambia la cultura, ma ogni popolazione ha il sacrosanto diritto, ed anche il dovere, di proteggere le proprie origini e le proprie tradizioni da derive e tangenti che la snaturerebbero. Nelle parole di Vannucci non c'è nessuna discriminazione etica e nessuno slogan che inneggi al razzismo. Le culture e i popoli non sono immobili nel tempo, ma nella necessaria integrazione é giusto mantenere vive le proprie radici. Il virgolettato che ha creato tante reazioni è estrapolato da una critica alla "Cancel culture" e non al colore della pelle o ai tratti somatici della Enogu.
Solo chi non ha letto il libro o si sia fidato di alcuni maliziosi titoli di giornale può avere interpretato in modo distorto le parole di Vannacci, che non é né un martire, né un eroe ma semplicemente una persona (influente) le cui parole sono diventate bersaglio di un certo tipo di mentalità.
Personalmente sono contrario alla censura e al finto perbenismo. Ritengo giusto, quando necessario, dissentire purché lo si faccia in modo argomentato. Non è certo il caso di questo libro, letto da pochissimi e commentato da tutti.
Alessandro Rosson (Responsabile Staff Consiglio Regionale Liguria)
Il ministro Guido Crosetto, che conosco personalmente e considero un amico, è stato mal consigliato. Rimuovere dal suo incarico il generale Roberto Vannucci per il suo libro è stato un grave errore per almeno tre motivi: Il primo motivo è che sia l’art. 1472 del codice dell’ordinamento militare che l’art. 21 della Costituzione sanciscono la libertà di manifestazione del proprio pensiero; il secondo motivo è che un ministro della difesa difende i suoi uomini soprattutto quando non commettono nessun reato, abuso o comportamento contrari al codice militare; il terzo motivo è che questo governo in affanno e in silenzio assordante su immigrazione, guerra in Ucraina, accise sui carburanti, stipendi, sicurezza, riforma della giustizia non può fare la voce grossa con un servitore dello Stato onesto, preparato e soprattutto sincero.
Laura Porcile (Azione)
Premetto che non ho letto il libro del Gen. Vannacci, e che ritengo che ognuno sia libero di scrivere e dire quello che gli pare, nel rispetto della libertà altrui. La libertà di parola e di stampa e di ogni forma di arte per me è un diritto inalienabile. Detto questo, da quello che ho letto su la stampa tratto da questo libro, la mia opinione è che questo signore sia un omofobo razzista. Credo che si dia troppo spazio a lui ed al suo libro, togliendo spazio a problemi veri come sanità, salario minimo, scuola, eccetera. Ho letto con piacere che anche il Ministro Crosetto ne ha preso le distanze.
Giovanni Grazzini (ex Segretario Forza Italia)
Il codice militare (D.lgs. 66/2010 vigente dal 27.03.2012) prevede all'art. 1472 la libertà di manifestazione del pensiero da parte dei militari in servizio. In particolare, prevede che “i militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio per i quali deve essere ottenuta l'autorizzazione”.
Mi pare quindi che il generale abbia fatto valutazioni consentite, che ognuno di noi può o non può condividere. Sostegno al generale.
Piero Tedeschi (ex Presidente del Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra-Vara)
Anacronistico e fuori dal tempo, è necessario aprirsi ad una civiltà multietnica indispensabile per l’economia di un paese in forte decrescita demografica, basti vedere i dati sulle necessità professionali che in Italia non si trovano. Sui diritti civili neanche commento perché si tornerebbe indietro nel tempo.
Matteo Valle (+Europa La Spezia)
Il diritto all'odio, espresso nel libro del generale Vannacci, è un concetto che non può essere accolto in una società democratica e, fermo restando la libertà di parola garantita dall'articolo 21 della Costituzione, un uomo che riveste incarichi pubblici, e ancorché un militare, dovendo mantenere fede al giuramento prestato, non può esprimersi in questi termini. Credo che l'attuale governo, formato di esponenti di partiti che si rifanno anche alla destra reazionaria e post-fascista, abbia favorito un clima che porti a legittimare certi pensieri, inaccettabili in una democrazia liberale e in uno Stato di Diritto, e abbia messo in evidenza, in questo caso, la grave mancanza di cultura di chi siede ai vertici di posizioni comando, tema che dovrebbe essere affrontato al più presto in parlamento.
Nadia Maggiani (ex Segretario Provinciale UIL)
Le idee del Generale Vannacci dimostrano quanto siano ancora diffusi i pregiudizi omofobi e rappresenta un paese che fatichiamo a vedere ma che non manca di razzisti, omofobi, misogini, gente che paventa la sostituzione etnica. Non si può sostituire il cosiddetto pensiero unico con un non pensiero fatto esclusivamente dai più beceri luoghi comuni.
Francesco Battistini (Partito Democratico)
Vado subito al nocciolo della questione con una domanda: com'è possibile ricoprire nel 2023 una posizione di rilievo nelle nostre forze armate avendo idee degne del più oscuro medioevo? Io spero (per lui) che quella del Generale sia solo una trovata pubblicitaria, peraltro pessima ed esecrabile, per farsi apprezzare in certi ambienti politici e ambire, così, ad una carriera diversa. E infatti le lusinghe di certi partiti non si son fatte attendere. Se fosse davvero convinto, invece, dei pensieri espressi sarebbe davvero gravissimo. Comunque sia questa persona deve essere rimossa da qualunque incarico di comando e responsabilità. È inadeguata per una società civile come la nostra.
Lorenzo Broggi (Assessore del Comune della Spezia)
Si sa che chi spesso si ribella o contesta opinioni o idee pseudo condivise da tutti fa rumore ma purtroppo quel rumore fa eco in senso positivo solo quando proviene da una determinata parte, la libertà di pensiero però dovrebbe essere tollerata in tutti i sensi.
Posso affermare che ci sia, a prescindere dalle posizioni del Generale, la volontà di affermare un pensiero unico e che le contaminazioni mediatiche tramite social e tv ci offrono un modello di società sicuramente distante da quello che è nella realtà delle cose la vita di tutti i giorni. Le nuove generazioni crescono così senza la possibilità di scelta, perché chi la pensa diversamente viene tacciato di intolleranza, razzismo e omofobia. Credo che i giovani oggi siano molto meno liberi di scegliere e crearsi un pensiero veramente indipendente.
Sia chiaro non bisogna mai eccedere ma se qualcuno la pensa democraticamente in maniera diversa, il suo pensiero deve essere rispettato e mai condannato, vorrei ricordare quanto diceva il Presidente Sandro Pertini “Dico al mio avversario: io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi al prezzo della mia vita perché tu la tua idea la possa esprimere sempre liberamente“.
Loriano Isolabella (Segretario UDC)
Non ho letto il libro del generale Roberto Vannacci e neppure intendo leggerlo. Le valutazioni ed il rumore che viene posto sulla vicenda mi pare eccessivo e così gli eventuali provvedimenti disciplinari possono servire a fare divenire tale personaggio una vittima del sistema, che certo non è. Il suo modo di pensare può anche riflettere il pensiero di altri, almeno su valutazioni sommarie che si fanno oggi sulle diversità, sui comportamenti normali o meno, o sull'immigrazione, tanto per citare solo alcuni aspetti del suo dire. Ma bisogna anche domandarci cosa è infine la normalità? Il comportamento della maggioranza forse o qualcos'altro? I tempi cambiano, le radici di una società si fondano sempre sulla educazione culturale che il governo della comunità può dare ai suoi consociati. Le volgarità poi si ripetono in ogni evoluzione storico sociale come sostiene G.Vico nella sua teoria dei corsi e ricordiamo storici. Ricordiamo spesso il disagio, i sospetti verso gli immigrati di oggi. I nostri immigrati a volte da taluni non sono forse come i cittadini italiani del sud che quando venivano al nord con la propria famiglia, guai se un membro di loro sposava qualche rampollo di famiglia del nord. Questo sarebbe stato ripudiato dai "perbenisti". Gli stati uniti d'America hanno fatto addirittura una sanguinosa guerra per abolire la schiavitù praticata nel sud, magari vi saranno stati anche altri interessi mascherati più pregnanti da difendere. Ma le diversità ci sono anche nelle forze deputate all'ordine sociale e religioso, ma sono minoranze con reminiscenze al passato ed ogni tanto emergono con uno scalpore dirompente. Tuttavia, esistono ancora i valori della nostra Costituzione che con rispetto difende le libertà individuali che consentono di esprimere le proprie opinioni e di rappresentarle in ogni consesso democratico sulle quali richiedere il consenso. Finché tali valori saranno la guida del nostro comportamento, il vivere di tutti sarà guidato dalla così detta" normalità" e i Borghesi e Vallacci di turno potranno solo avere le luci accese per qualche istante.
In aggiornamento.