"Se ci sarà qualcuno che tenterà di recidere il fiore della libertà,
se ci sarà qualcuno che penserà di inaridire i germogli della democrazia,
se ci sarà qualcuno che vorrà demolire le speranze incendiando l’albero della pace, dalla terra dei nostri monti, come un bucaneve a primavera, rifioriranno pace, democrazia e libertà”. (Carlo Ferrarini)
Aveva compiuto 100 anni lo scorso 3 luglio, lo stoico Carlo Ferrarini, uno dei volti più noti della resistenza santostefanese partigiana nella lotta al nazifascismo, che sotto il nome di battaglia “Crispino”, a soli 20 anni, imbracciò le armi e prese la via dei monti per combattere nella formazione partigiana garibaldina Ugo Muccini.
Partigiano, poeta, scrittore e militante libero, Carlino era tantissime cose. Nacque da una famiglia di calzolai e quello doveva essere il suo destino. Il suo umile nome di battaglia richiamava infatti il Santo dei Calzolai “Crispino”, professione che aveva imparato e svolto fin dalla prima adolescenza, “finché non è arrivata la chiamata dei monti". Finché quell'onda nera di odio e dittatura chiamata fascismo non divenne così grande da spingerlo, insieme ai compagni, ad imbracciare le armi e andare a combattere.
Ma di combattere Carlino non finì mai, non smise mai di opporsi a quella bandiera nera, neanche dopo quella storica liberazione non è passato giorno in cui non abbia continuato a mantenere vivo quel ricordo, quell'impegno e quel sacrificio che lui insieme a tutti gli altri hanno fatto per garantirci l'esistenza di un futuro libero. Non è passato giorno in cui, con la forza e la decisione che l'ha sempre contraddistinto, non abbia ricordato, scritto, raccontato e portato avanti quella lotta per la libertà, contro ogni discriminazione ed ogni forma di oppressione.
Un uomo di pace, o meglio, per la pace, Carlo Ferrarini, che ha avuto il coraggio di lottare per quella tanto difficile democrazia, "vogliamo dare voce anche a chi non la pensa come noi" aveva dichiarato alla sua ultima festa di compleanno, occasione in cui raccontò ancora, con la sua grande lucidità ed impeccabile linguaggio l'inizio di tutto quel lungo e duro percorso "quando il capobanda del fascismo stipulò il fatto militare con la Germania Nazista costituendo l’esercito della repubblica di Salò, tappezzò di manifestati ogni luogo, chiamando i giovani di leva a presentarsi e quanti avessero trascurato le decisioni sarebbero stati fucilati – continua annunciando la decisione dell’epoca con la rigorosa terza persona - fu così che Carlino e il cugino Domenico, colsero insieme la via della montagna partigiana”.
Carlino, che scriveva ancora con le sue bic sporcandosi le mani di inchiostro, ha affermato a gran voce nella sua ultima dichiarazione pubblica “se ci sarà qualcuno che nel tempo in cui viviamo che penserà a recidere il fiore della libertà sorto nella lotta della liberazione; se ci sarà qualcuno che tenterà di distruggere i germogli della democrazia stabiliti nella nostra costituzione fondamentale della repubblica; se ci sarà qualcuno che tenterà di ridare fuoco all’albero della pace conquistata, le nuove generazioni, dalla storia dei nostri monti, faranno fiorire ancora, come i bucaneve – quei fuori rossi che nascono da sotto la neve – torneranno a darci la pace della democrazia, fiorendo ancora. Viva la pace, la democrazia e la libertà”.
L'Anpi di Stanto Stefano, di cui Carlino fu Presidente e in seguito Presidente Onorario, lo ricorda come quel Faro che ha illuminato tutto il lavoro svolto negli anni, insegnato e creato la giusta strada da percorrere, il motivo per cui la sezione di S.Stefano è stata sempre così attiva, ogni giorno e ad ogni ricorrenza. Carlino se n'è andato serenamente, ricordano, aveva compiuto il suo ultimo passo dei 100 anni.
Oggi il vento non fischiava e le sue scarpe non erano rotte, non lo erano finalmente più. Splendeva il sole di mezzogiorno e il caldo estivo si sentiva sulla pelle, la libertà l'aveva già conquistata tempo fa, ma se n'è andato andato comunque da partigiano.
Lunedì 21 agosto alle ore 16, l'ultimo saluto a Carlino alla alla chiesa di Santo Stefano Magra. Bella ciao Crispino.