L’autopsia parla chiaro, Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla, l’immigrato egiziano di 19 anni rinvenuto senza vita e mutilato nelle acque di fronte a Santa Margherita Ligure, non è stato vittima di un incidente in mare, ma di un omicidio.
Questo quanto riferito dal medico legale incaricato dell’autopsia Davide Bedocchi, che ha specificato che il ragazzo sarebbe stato colpito al cuore con un arma contundente, sembra un punteruolo.
Tanti ancora gli aspetti da chiarire: innanzitutto non è ancora chiaro se mani e testa siano state mutilate volutamente per rendere difficile l’identificazione del corpo, o se la mutilazione sia avvenuta a seguito del contatto con un’elica. La prima ipotesi sembrerebbe quella più probabile.
Il medico legale avrebbe indicato tra sabato e lunedì scorsi il momento del decesso. Ancora ignoto il luogo dell’omicidio, non è chiaro se il fatto sia avvenuto nelle zone in prossimità a quelle dei ritrovamenti di mani e corpo, e quindi in Tigullio, o se Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla sia stato ucciso a Genova e il corpo trascinato fino al luogo del ritrovamento dalla corrente.
Le Forze dell’Ordine stanno interrogando alcuni amici stretti del ragazzo nei caruggi genovesi attorno a Via del Campo dove Mahmoud gravitava per un impiego come parrucchiere, ma dalle testimonianze raccolte, sembra anche per condurre una piccola attività di spaccio. Le dichiarazioni dei testimoni, comunque, sono ancora coperte dal massimo riserbo.
Il giovane egiziano era giunto in Italia su un barcone nel 2021. Ospite della cooperativa sociale “Il Cesto” a Genova, aveva lasciato ad inizio anno gli alloggi messi a disposizione per i minori non accompagnati. Coinvolto in un progetto per l’inserimento lavorativo, Mahmoud aveva dimostrato insofferenza verso le regole previste, lasciando la Comunità una volta maggiorenne.