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Omicidio Saidi, c’è preoccupazione tra gli spezzini In evidenza

di Anna Mori – A fronte di diversi messaggi arrivati in redazione e sui nostri social, Gazzetta della Spezia ha contattato il Prefetto telefonicamente per chiedere quali misure di sicurezza sono state messe in atto.

A seguito dei fatti avvenuti all’Umbertino (leggi qui), Gazzetta della Spezia ha sentito il Prefetto Dott.ssa Maria Luisa Inversini che ha risposto ad alcune domande sul tema della sicurezza in città.

Dottoressa Inversini, a seguito dell’evento accaduto all’Umbertino due giorni fa, quali sono le misure di sicurezza attuate per impedire che tali eventi si ripetano?

Il fatto accaduto all’Umbertino, sul quale continuano le indagini, e sul quale ovviamente non mi pronuncio perché c’è il segreto istruttorio, è un fatto che ci risulta essere isolato e non inserito in una logica di guerriglia o scontri più ampi. Ciò detto, rimane un problema serio di droga, sul quale le Forze di Polizia e di Polizia Locale, su indicazione mia e del Sindaco Peracchini, per quanto riguarda La Spezia, e più in generale d’intesa con tutti i Sindaci della provincia, si stanno impegnando per opporre un’azione di contrasto. Questo è anche comprovato dall’aumento di denunce per droga, per la maggior parte d’ufficio, che indicano che Polizia Locale e Forze di Polizia sono molto presenti per il contrasto alla droga.

Rimane un presidio all’Umbertino, che prevede anche l’impiego di reparti ausiliari, sia della Polizia di Stato che dell’Arma dei Carabinieri, e che da tempo controlla il quartiere. Terremo altissima l’attenzione.

Mi permetto di dire che ci sono molti fatti connessi alla droga e molte denunce, perché purtroppo c’è tanta domanda. Stroncare la domanda di consumo, che ormai nasce fin dai ragazzi delle medie, però, non è un compito delle Forze di Polizia. Le Forze dell’ordine possono andare nelle scuole, spiegare i rischi connessi al consumo di droghe e alcol, possono presidiare il territorio, ma ci vuole una forte presa di coscienza di quelli che sono gli educatori. Quindi i genitori, la scuola e il terzo settore, per far capire ai ragazzi i pericoli derivanti dall’abuso di droga e alcol.

Negli ultimi mesi sono avvenuti diversi fatti quali scontri tra tifosi, risse durante la movida, accoltellamenti. La città sta diventando testimone di atti di violenza che non si conoscevano in passato; quali sono le misure messe in campo per contrastare un fenomeno che sembra in crescita?

Si può parlare di buona e mala movida. Però ci sono diversi livelli di mala movida. Sicuramente la movida che causa disturbi e schiamazzi notturni è una questione di sicurezza urbana piuttosto che di repressione di reati. C’è invece una movida che è composta di risse e qualche volta, non lo nego, è pure comparso un coltello: per questa abbiamo rimodulato i servizi di controllo del territorio in maniera tale che ci sia una maggior presenza di Forze di Polizia durante le ore notturne. La Spezia è una città di 90 mila abitanti che però richiama, durante la stagione estiva, credo circa 2 milioni di turisti. Noi siamo calibrati per un certo tipo di presenze, che raddoppiano, triplicano durante la stagione estiva. C’è un tema su cui l’Amministrazione sta lavorando e anche la prossima apertura di Calata Paita è sicuramente un passo importante per cercare ulteriori spazi, affinché la movida possa rimanere nei confini della buona movida.

Quindi sì alle Forze di Polizia, ma credo anche che siano necessarie misure educative nei confronti delle nuove generazioni. Mi appello anche ai genitori che hanno responsabilità educative. Abbiamo passato un periodo difficile a causa del COVID che ha avuto pesanti ripercussioni sui giovani, però è necessario che questo momento venga superato. Io sono cresciuta negli anni dell’austerity e del terrorismo, c’era un morto per strada quasi tutti i giorni. Ogni generazione si sviluppa con il proprio bagaglio di difficoltà. E’ ora di andare avanti, di prendere atto dei disagi che il COVID ha creato nelle nuove generazioni, ma è anche l’ora di prendere una seria posizione educativa nei confronti di questi ragazzi. Alcuni comportamenti sono solo maleducati, mi sento di chiamare tutta la società civile, le scuole, il volontariato, a combattere questa battaglia con noi.

E’ stato installato in città un sistema di video sorveglianza, quanto è utile per le vostre indagini?

E’ molto utile, ringrazio le forze di Polizia e la Polizia Locale per il proprio impegno. Il presunto omicida dell’Umbertino è stato preso in tempi molto rapidi. Per qualunque reato commesso alla Spezia, l’autore viene portato in tempi brevissimi davanti alla giustizia. Le telecamere aiutano tantissimo a ricostruire le dinamiche dei fatti e l’attività investigativa. Ma è tempo di fare prevenzione, perché la telecamera viene dopo. Forse ha un effetto deterrente, ma non è sufficiente a dissuadere tutti i comportamenti maleducati di malamovida che vediamo. Quindi, ripeto, si alle Forze di Polizia, si la tecnologia che aiuta, vanno bene i cani antidroga, però c’è un tema educativo sul quale non si può chiudere gli occhi. Sui ragazzi che la notte schiamazzano e hanno comportamenti incivili, la Polizia ha un potere deterrente, però non può esserci un poliziotto ad ogni angolo della Spezia. Non si può arrivare ad una copertura del territorio tale da supplire ad una carenza educativa nel suo complesso. Non è questa la soluzione. Le Forze dell’Ordine stanno facendo tantissimo, voglio rinnovare i miei ringraziamenti, ma ci sono delle famiglie, delle scuole, una società civile che devono accompagnare la crescita. Le Forze di Polizia hanno messo in atto la daspo e i facinorosi sono stati subito identificati e sanzionati, gli strumenti che la legge offre sono stati tutti attivati, il Sindaco Peracchini, come la Ponzanelli e gli altri Sindaci della provincia hanno emesso ordinanze dirette a tutelare e bilanciare l’esigenza del commercio e del divertimento con il riposo dei residenti. Ci sono però dei tasselli che vanno ancora colmati.

 

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