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La nota di Pietro Tedeschi.

"Le analisi formulate dalla camera di commercio sulla quantità di denaro che rientra nei paesi terzi dal lavoro fatto in Italia dai singoli connazionali, mi permette di svolgere un' analisi sulla necessità di utilizzo dei migranti nel nostro paese", così in una nota Pietro Tedeschi.

"E' da anni che mi occupo per la mia agenzia per il lavoro ( Openjob) di inserimento di richiedenti asilo nel mondo del lavoro italiano, in quei settori nevralgici ma carenti di professionalità autoctona, cioè dei lavori rifiutati dagli italiani.

Il settore meccanico, in particolare la navalmeccanica, il settore manutenzione autostradale, quello agricolo, dei trasporti e logistico e potrai continuare , vedon o una carenza paurosa di professionalità .

In più di 7 anni , come agenzia per il lavoro,abbiamo collocato in questi settori più di 250 lavoratori, in accordo con la CRI, e le associazioni che si occupano di accoglienza, in particolare la Fondazione Operti di Torino ( partecipata da compagnia San Paolo, comune di To, arcivescovado) , con una formula di:

Selezione, formazione mirata al settore , primo avvio in somministrazione.

Il tutto dal momento della selezione porta ad un mese dopo a far sì che il lavoratore formato abbia il suo primo pieno stipendio a pari dignità con il lavoratore di pari livello dell' azienda utilizzatrice.

Questo modello di inserimento , che risponde a necessità produttive fondamentali da altresì il vero senso di accoglienza ed integrazione sociale.

Nella nostra esperienza di anni possiamo asserire che i lavoratori avviati sono in maggior parte rimasti nel ciclo produttivo, ma anche che taluni, con le risorse risparmiate sono rientrati nel proprio paese.

Partendo da questa esperienza ritengo che il rientro di risorse nel paese d' origine sia il miglior modo per aiutare un paese terzo a svilupparsi o ad uscire da una crisi.

E' tutto ciò consolidato con L' esperienza storica che riguarda anche il nostro paese, ed allora perché non pensare ad un progetto " Magreb " ( Tunisia e Marocco in primis)per sostenere la sponda sud del mediterraneo,valutando l'utilizzo di professionalità mancanti con l'inserimento delle professionalità presenti e non utilizzate nei paesi del Magreb.

Questo sarebbe un vero e moderno ruolo di cooperazione superando le obsolete ed inutili quote dei flussi, e gestendo flussi necessari e reglolari.

Il tutto può essere gestito utilizzando le necessità private del mondo del lavoro e con una partecipazione sinergica di stato ed imprese".

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