«Cristo è risorto! Sì, è veramente risorto». Anche quest’anno risuona il tradizionale saluto con il quale i Cristiani, soprattutto in Oriente, si comunicano reciprocamente la gioia di questo grande annuncio. È il fondamento della nostra fede, ma è anche l’esigenza nuova del nostro agire: «se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù» (Colossesi 3, 1).
Siamo in tal modo invitati ad innalzare lo sguardo verso un orizzonte ancor più ampio di quello terreno. Ciò non vuol dire in alcun modo dimenticare le cose di questo mondo, né tantomeno le nostre responsabilità. Anzi, è proprio nel mistero della risurrezione, nel quale tutto il creato è innalzato ad una dignità nuova, che le cose della terra, correttamente vissute, si aprono in tutto il loro valore. L’esclamazione di fede «Cristo è risorto», chiede pertanto di essere vissuta e proclamata nell’integralità della vita di ogni discepolo del Vangelo. Integralità che è fatta di accoglienza della Parola di Dio, di cammino condotto insieme con tutta la Chiesa e, nel contempo, di esigenza di carità autentica, di attenzione e condivisione, di perseveranza. Molte sono le ombre che oggi si affacciano all’orizzonte: dalle guerre che continuano a seminare odio, distruzione e morte, alle situazioni economiche di molte famiglie e singole persone, al disagio di tanti nostri giovani e adolescenti, alla difficoltà di trovare posti di lavoro stabili e debitamente retribuiti. A tutto ciò devono essere aggiunte le varie calamità naturali, assieme a quelle provocate dallo sfruttamento indebito del creato per mano dell’uomo. Eventi che, purtroppo, dobbiamo constatare quasi quotidianamente, con il pericolo di assuefarci a tali notizie dimenticando di dar loro l’importanza e l’urgenza che meriterebbero.
Però nell’affrontare tutto ciò, proprio nella luce della risurrezione del Signore Gesù, non dobbiamo dimenticare la sua promessa: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Matteo 28, 20), assieme anche alle sue impegnative parole: «tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Matteo 25, 40). Il Signore ci richiama, in tal modo, alla consapevolezza della comunione che, se già è importante a livello umano come espressione di quell’unica natura che accomuna ogni uomo e ogni donna di ogni tempo e territorio, diviene ancor più esigente nel dono di una vita nuova in Cristo. Però questo dono, che gratuitamente ci viene offerto e che chiede di essere vissuto nella luce della fede, deve portare tutti a vivere sempre più la comunione con il Risorto, l’incontro con Lui, lo stare con Lui. In Cristo abbiamo ricevuto una vita nuova e quotidianamente dobbiamo alimentarla. L’ascolto della Parola di Dio, la carità concreta verso ogni fratello e sorella, la preghiera personale e comunitaria, il celebrare insieme gli eventi della salvezza divengono pertanto condizioni essenziali perché tutto questo possa realizzarsi in ognuno di noi. La luce del Signore risorto possa risplendere su ognuno di noi. Nel reciproco ricordo nella preghiera, invochiamo da Dio il dono pasquale della pace in ogni parte del mondo.
Luigi Ernesto Palletti, vescovo
Celebrazioni pasquali del vescovo
Nella giornata di oggi, solennità di Pasqua di Risurrezione, il vescovo Palletti presiede alle 10.30 la Messa pontificale nella cattedrale di Cristo Re alla Spezia. Alle 18 la presiederà a Sarzana, nella basilica concattedrale di Santa Maria Assunta.
Domenica prossima, alle 18, presiederà in cattedrale alla Spezia la Messa della Domenica “in Albis”, nel corso della quale conferirà i sacramenti dell’iniziazione cristiana a sette catecumeni adulti di altrettante parrocchie spezzine.
