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La prima traduzione in italiano del libro must dei cocktail è stata curata da alcuni studenti spezzini In evidenza

L'originale, francese, risale al 1921.

Era la seconda decade del ventesimo secolo e la Francia, come il resto dell'Europa, usciva da un particolare periodo storico, il primo conflitto mondiale. Le nazioni europee erano impegnate nella propria ricostruzione, mentre le popolazioni volevano riappropriarsi della loro indipendenza e della propria libertà.
Ebbe cosi inizio un contesto storico che in futuro verrà ricordato in Italia come gli "Anni ruggenti", ossia i "Roaring twenties", termine che verrà coniato in Germania come "Goldene zwanziger", in Spagna i "Felices años veinte" e in Francia "Années folles".
Un'epoca di intensa attività sociale, culturale e artistica che fu caratterizzata dal fenomeno musicale "Jazz" e dalla comparsa di una generazione di donne liberali: le Flappers.
Negli Stati Uniti d'America entrò in vigore il Proibizionismo e molti Americani per poter appropriarsi di una loro identità oramai persa e cioè gli "American Drinks", dovettero oltrepassare i propri confini.

Una delle capitali in cui la cultura del bere miscelato era già arrivata da precedenti anni era appunto Parigi e la sua nazione, la Francia. Fu proprio in questo contesto storico che Adolphe Torelli nel 1921 pubblicò il suo primo lavoro: un libro dal titolo "Guide du Barman et du Gourmet Chic" e cioè una raccolta di ben 690 ricette. Negli anni seguenti perfezionerà il testo ed arriverà a ben 900 ricette. I suoi testi saranno un'importante testimonianza per un italianissimo cocktail e cioè per l'Americano.

Ebbene per la prima volta il libro è stato tradotto in italiano da un gruppo di studenti dell'Istituto alberghiero "G. Casini", in un progetto PCTO (ex alternanza scuola lavoro) che li ha visti coinvolti durante il periodo di pandemia. Il libro dal titolo "900 cocktail" è stato poi pubblicato da Sandit Libri, nella collana I grandi classici della miscelazione. Tra l'altro parte dei diritti d'autore andranno alla famiglia del prof. Andrea Mazza, in servizio proprio presso lo stesso istituto e scomparso nel 2020.

Il progetto di traduzione ed editing è stato curato dal prof. Luigi Manzo con gli allievi Francesca Atripaldi, Nicole Berettieri, Alice Brizzi, Irene Di Sessa, Dylan Fossati, Lina Hu, Nicola Macchini, Gabriele Masi, Alessia Moretti, Giulia Mulas, Sara Venturini e Mighena Veseli.

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