I muscoli sono il prodotto spezzino per eccellenza, un’icona che raccoglie intorno a sé la storia della città e la sua cultura gastronomica. La mitilicoltura è caratterizzante della nostra zona. Purtroppo però il cambiamento climatico e l’anomala presenza di orate stanno mettendo a rischio questo tipo di produzione. Un problema che comporta gravi danni economici ai mitilicoltori, alle loro famiglie e all’indotto oltre che accendere i riflettori sulle conseguenze del riscaldamento globale. A raccontarci quale sia la situazione è Paolo Varrella, presidente della Cooperativa Mitilicoltori Associati, che spiega: “A gennaio dell’anno scorso abbiamo visto i primi segnali, solitamente le orate entrano nel Golfo della Spezia in primavera e lo lasciano in autunno.
Purtroppo però le temperature si sono alzate e questi pesci non escono più verso il mare aperto, rimangono dentro diga e hanno una voracità senza precedenti, tanto che nemmeno le reti che abbiamo messo a protezione dei muscoli riescono a fermarli.” Un’invasione di orate che rappresenta uno squilibrio nell’ecosistema, esse si nutrono infatti di crostacei e molluschi e i muscoli non si sono salvati dalla predazione. In casi come questo si parla di inquinamento genetico e sulle cause i mitilicoltori vogliono fare chiarezza: “Il Golfo della Spezia è un’insenatura riparata dove non hanno predatori e i moli portuali rappresentano per loro un riparo -sottolinea Varrella- Il mare si è scaldato moltissimo e la situazione è diventata anomala, ne abbiamo parlato anche con la Capitaneria di Porto.
Siamo risoluti ad andare fino in fondo nell’indagare le cause con Enea, Olpa e Cnr-Ismar, anche perché si parla di numeri elevati che fanno pensare a flussi provenienti da Toscana e Ponente ligure. Le ripercussioni sulla nostra coltura sono davvero gravi, un’altra annata così potrebbe segnare la fine della mitilicoltura spezzina, vogliamo assolutamente trovare causa e soluzione.” La Cooperativa Mitilicoltori insieme alla Scuola di Mare di Santa Teresa e Enea partecipa al progetto Smart Bay, un punto di incontro tra ricerca e rilevazioni riguardanti le attività marine e le condizioni del mare nel nostro territorio. Grazie a questa collaborazione potrebbero aprirsi nuove prospettive e potrebbe essere più facile individuare da dove vengono gli stock di orate e quali azioni mettere in campo per salvare i protagonisti della cucina locale. Questo scenario però apre un altro interrogativo: quali sono le conseguenze del cambiamento climatico sul nostro territorio? Nonostante spesso il tema sembri lontano da noi, fatti come questo lo fanno percepire più vicino, perché, è bene ricordarlo, dall’equilibrio dell’ecosistema marino dipendono molte delle attività della nostra zona.