Sono scesi in piazza per ribadire una forte contrarietà al progetto che prevede la realizzazione del biodigestore di Saliceti. Hanno preso parte al presidio, tenutosi in Corso Cavour, gli attivisti del Coordinamento No Biodigestore Saliceti, Sarzana Che Botta, CittadinanzAttiva, Italia Nostra, 2 Si per l’Acqua Bene Comune, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, l’Associaizone culturale Posidonia, Legambiente e Palmaria Si Masterplan No.
Tra i diversi temi portati all’attenzione della cittadinanza non soltanto l’impatto paesaggistico di un impianto esteso come sei campi da calcio, ma anche la vicinanza con le falde acquifere, il rischio per la salute e un possibile aumento della Tari.
Ad illustrare le motivazioni della contrarietà è Carlo Ruocco, membro del Comitato Sarzana Che Botta: “Il Ministero dell’Ambiente ha emanato un decreto nel quale si annuncia per l’impianto di Saliceti un finanziamento da 40 milioni di euro derivanti dal Pnrr, siccome questi impianti finanziati dovrebbero essere in regola con la pianificazione, siamo veramente sconcertati dalla decisione presa, infatti, ricordiamo, il Tar ha emesso una sentenza nella quale questo impianto è dichiarato fuori dalla pianificazione".
Continua Ruocco: "Questo tipo di impianti non dovrebbero arrecare danno all’ambiente, in questo caso viene intercettata la falda del fiume Magra, che verrebbe deviata, ci chiediamo se questo non rappresenti un danno ambientale, considerando anche la distanza di 70 metri da una zona Parco tutelata da Rete Natura 2000.”
I rischi, secondo i presenti, non finiscono qui. Infatti, come viene spiegato, la falda dell’acqua si trova ad una distanza ravvicinata, inoltre “vi è un rischio incendi in quanto il biodigestore sarà costruito a ridosso del TMB di Saliceti, devastato da un incendio nel 2013 e a pochi metri da un deposito di 200mila litri di carburanti” aggiungono.