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Una passeggiata nel tempo tra Maggiano e Bocca Lupara In evidenza

di Anna Mori – Un percorso alla riscoperta della nostra storia tra boschi e mito.

L'antica mulattiera, un tempo unica via che collegava le Podesterie e i borghi collinari con la città, parte da via Monfalcone nel quartiere di Rebocco, oggi quartiere della città, ma un tempo antico insediamento rurale che, come attestano documenti del 950, faceva parte della Parrocchia di Marinasco e della Podesteria di Carpena. Questi sentieri sono stati per molto tempo le uniche vie di transito e hanno servito operai e agricoltori che avevano necessità di scendere in città, salire ai poderi o spostarsi da una frazione all'altra.

Attraverso le antiche scalinate, costruite da mani sapienti, passiamo sopra alla Grotta della Madonna e saliamo verso Maggiano, altra località rurale dalla quale trae origine forse uno dei più noti cognomi spezzini, quello dei Maggiani. Caratteristiche le sue architetture rurali, le volte in pietra, i pozzi, i pilastri dei pergolati, testimonianze del passato rurale delle colline della Spezia. Alcune fioriture di bouganvillea o delle piante del cappero ci fanno capire che il clima è un poco pazzerello.

Dopo aver superato le "Toracche" si attraversa una macchia boschiva molto fitta, il silenzio è quasi irreale, la luce del sole filtrata dagli alberi: sembra di essere in un'altra dimensione, eppure siamo sopra la Cantarana nel quartiere della Chiappa, tra gli alberi riusciamo a scorgere le prime case sulle pendici.

Si arriva a Bocca Lupara, una zona carsica, con caratteristiche "polle" naturali, o come le chiamiamo noi, le "sprugole". E' un sito molto antico, dove troviamo antichi treggi alimentati dalla fonte carsica dove venivano portati gli animali ad abbeverarsi o le massaie andavano a lavare i panni, segno di un mondo che non c'è più, ne respiriamo l'atmosfera a Bocca Lupara, restiamo quasi incantati per qualcosa che suona come una novità, ma di cui in realtà abbiamo perso la memoria presi dalla vita frenetica.

E poi la grotta, scavata pazientemente dalla natura nel calcare, mani invisibili che hanno ricamato trine e merletti con infinita pazienza nel corso di secoli, alcuni pipistrelli ne sono i padroni. Bocca Lupara, il nome sembra evocare fauci spalancate pronte a inghiottire il malcapitato che osi attraversarle, ma che durante il secondo conflitto mondiale è stato un rifugio sicuro per molti spezzini.

Sull'ingresso sembra che un tempo ci fosse una targa in marmo con scritto: la Casa delle Ninfee, Nympharum Domus, come testimonianza in uno dei suoi scritti Lazzaro Spallanzani che cita che "nella villa de' Signori Spinola si trova una fontana detta Nympharum Domus lontana un tiro di fucile da Bocca Lupara".

Molto probabilmente la targa venne apposta qualche secolo fa da un appassionato colpito dalla grande suggestione e stupore evocata dal luogo che oggi riesce ancora a portarci lontano con l'immaginazione proprio grazie a quella targa marmorea.

Andare a Bocca Lupara è davvero ritornare alle nostre origini riscoprendo un luogo che cela anche un nonsoché di magico....provare per credere!

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