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La Spezia e Genova sono le province del nord con più bassa percentuale di scuole accessibili ai disabili In evidenza

Solo il 19,1% degli istituti è a norma. 

Evvai ci siamo riusciti, è sempre stimolante possedere dei record e in questo caso con numeri davvero stupefacenti per la nostra Provincia e quella del Capoluogo…e non lo dico io, ma l’istat che con il suo report annuale mette in luce le gravi lacune che gli istituti scolastici della Regione Liguria hanno. Siamo infatti paragonabili alle provincie del Sud, con la più bassa percentuale di scuole accessibili ai disabili, lo riporta il rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile dei territori, la cui edizione 2022 ci colloca all’ultimo posto con solo il 19,1% di scuole a norma. Nelle Regioni del Nord la quota di scuole accessibili sfiora il 38%, mentre al Sud il 27,7% con variazioni all’interno delle ripartizioni differenti, ad esempio se a Bergamo l’accessibilità è al 56,5% a Genova e La Spezia siamo appunto al 19,1%.

Altro capitolo dolente è il personale accessorio competente, come ad esempio gli insegnanti di sostegno, anche qui siamo messi malissimo, regna una  scarsa formazione degli insegnanti di sostegno, nella maggioranza delle scuole infatti soltanto alcuni docenti hanno frequentato corsi di insegnamento specifico, mentre nell’82% dei casi nessun insegnante ha frequentato corsi. Eppure le caratteristiche e la qualità dell’offerta scolastica hanno grande rilevanza nel processo d’inclusione, l’accessibilità dello spazio, la presenza e la fruibilità di tecnologie adeguate, il sostegno di figure competenti opportunamente formate, giocano un ruolo fondamentale nel favorire la partecipazione degli alunni a una didattica inclusiva che fortunatamente è in aumento (in alcuni plessi arrivano al 4%) infatti gli alunni italiani con disabilità sia fisica che psichica o intellettiva sono 284mila.

Un numero, peraltro, in constante crescita. Rispetto all’anno scolastico precedente infatti si è registrato un incremento di 0,3 punti percentuali (su tale aumento incide in parte sia una maggiore riconoscibilità rispetto al passato di alcune patologie, sia un più diffuso accesso alle certificazioni).

Eppure la legge parla chiaro, Gli edifici delle istituzioni prescolastiche, scolastiche, comprese le università e le altre istituzioni di interesse sociale nel settore della scuola devono assicurare la loro utilizzazione anche da parte di studenti disabili. La barriera architettonica più diffusa nella scuole italiane è l'assenza dei servoscala che mancano in circa una scuola su due. In circa il 46% dei casi invece gli ascensori adatti per il trasporto dei disabili sono assenti o non a norma. Al terzo posto c'è l'assenza di rampe per il superamento dei dislivelli (33%). Seguono i bagni (29%), le scale (11,3%) e le porte non a norma (3%). Un altro aspetto da non sottovalutare legato alla disabilità è quello di fornire agli studenti tutti gli strumenti per poter seguire le lezioni e partecipare alla vita della classe. Da questo punto di vista, la tecnologia può svolgere un ruolo importante. L'isolamento forzato che abbiamo vissuto a causa del Coronavirus, infatti, ha imposto a tutti gli istituti scolastici di ripensare il proprio modello di insegnamento facendo ampio ricorso anche alla didattica digitale. Uno strumento che può essere di grande aiuto per quegli studenti che faticano a seguire le lezioni a causa della loro disabilità. Tuttavia una scuola su quattro risulta fornita di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con disabilità.

Una brutta figura e una pagina triste per la nostra Regione, che non sembra voler essere sanata (almeno come associazioni a tutela dei diritti dell’handicap non siamo stati minimamente interpellati ed informati su progetti ed interventi economici mirati ) ma si sa, fin che si vince alle elezioni va bene così…..

 

Mauro Bornia,
Consigliere Consulta Regionale dell’handicap

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