Una lettera, inviata al capo di stato maggiore della Marina Enrico Credendino, al comandante logistico Giuseppe Abbamonte e alle segreterie sindacali nazionali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Flp Difesa a firma di Romina De Iaco, Emilio Emanueli, Sergio Maddaluno, Roberto Landucci e Cosimo Boccuni (Cisl), Christian Palladino, Tiziano Bazzali, Raimondo Gandolfo, Maria Di Cianni (Flp), Emanuele Bernardini e Enrico Mazzi (Cgil), Andrea Canali e Davide Scattina (Uil) per puntare i riflettori sullo stato attuale dell’Arsenale. Le Rsu vorrebbero un rilancio a cominciare dalle 130 assunzioni previste nella legge di Bilancio del 2020.
Di seguito il testo completo della lettera:
"La scrivente, su mandato dei lavoratori, desidera informare le SS.LL. rispetto a quanto accade nel nostro Arsenale. Di fatto, giorno dopo giorno, viviamo una lenta agonia che sta generando sconforto e sfiducia verso un futuro sempre più incerto. Continuiamo a perdere personale, lavorazioni, livelli di sicurezza negli edifici, officine che chiudono, settori trasferiti per emergenze strutturali, parco automezzi con pochissimi autisti e veicoli obsoleti, ambienti di lavoro fatiscenti senza alcuna congruità col microclima e tanti altri aspetti negativi sui quali preferiamo non scrivere. Criticità in un contesto quasi di abbandono. Ci dicono che sarebbero previste circa 130 nuove figure di personale civile, dopo anni di mancate assunzioni. Condizione che, ancorché realizzata in tempi utili, non apporterebbe alcun miglioramento all’ attuale situazione per due semplici motivi:
- Il primo perché a fronte di una tabella organica prevista di 873 civili, ad oggi siamo 517 unità (da togliere il personale non impiegabile o parzialmente impiegabile per effetto di aspettative, part-time etc…);
- Il secondo motivo, quello più preoccupante, si riconduce al fatto che di questi lavoratori, 199 andranno in pensione al 31/12/2024.
Pertanto un numero così esiguo in ingresso non inciderebbe in alcun modo. Per praticità vi riportiamo di seguito, come esempio, la situazione inerente alla Sez. Personale dell’Ente. A fronte dei previsti n. 39 unità, sono oggi in forza solo 22 operatori, di cui 14 andranno in quiescenza il prossimo anno.
Stiamo parlando della sezione che si occupa di stipendi, pensioni, conteggio ore di permesso, segnalazioni infortuni, malattie professionali e tutto ciò che concerne la parte contabile-amministrativa. In analogia alla suddetta analisi rientrano tutti i reparti, le sezioni e gli uffici di Marinarsen. Una struttura come quella dell’Arsenale di La Spezia necessita comunque di un numero minimo di personale che ne garantisca la funzionalità amministrativa ma anche tecnico – operativa. Un servizio come quello elettrico e/o servizio bacini sono determinanti per il funzionamento degli impianti strutture e supporto logistico delle UU.NN. Eppure da sempre questo Arsenale ha svolto il nobile compito di dare il massimo ausilio alla M.M., in un contesto industriale che differisce dalla realtà degli Arsenali di Taranto ed Augusta, essendo un polo industriale in sinergia col tessuto economico della Città. Dove abbiamo sbagliato? Tuttavia, nonostante qualche promessa azzardata da taluno, ci sconvolge la totale indifferenza delle cariche Politiche e Militari. Concludiamo questo breve contenuto rivolgendo a voi la domanda: Quale sarà il futuro dell’ Arsenale?”