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Falsificazioni e contraffazioni per non pagare il parcheggio, ora rischiano il carcere In evidenza

Un 50enne ha "reciclato" un abbonamento già utilizzato, una 43enne ha fotocopiato il pass invalidi del suocero. La Polizia Locale li ha denunciati.

Pur di non pagare il parcheggio qualche automobilista preferisce rischiare molto.

Solo nella giornata di ieri la Polizia Locale ha denunciato all’Autorità Giudiziaria due conducenti i cui veicoli sostavano in due stalli di sosta a tariffa esponendo, al posto del ticket di pagamento, titoli abilitanti falsi e contraffatti.

Nel primo caso uno spezzino cinquantenne, che guidava l’auto prestatagli da un amico, aveva parcheggiato nella Via XXVII Marzo esponendo sul veicolo un abbonamento mensile apparentemente valido per il mese in corso; tuttavia qualche piccolo dettaglio del titolo insospettiva l’Ausiliario della ATC Mobilità e Parcheggi che stava controllando quella zona e che non ha esitato a segnalare il fatto alla Polizia Locale. In breve giungeva sul posto una pattuglia che, verificata la fondatezza di quanto sospettato dal controllore dei parcheggi, ha avviato immediatamente le indagini identificando il conducente che, convocato sul posto, si dichiarava egli stesso l’artefice della contraffazione dell’abbonamento: in pratica si trattava di un “grattino mensile” già usato per il mese di gennaio scorso tramite annullamento della casella di quel mese; per poterlo riutilizzare, l’uomo aveva ritagliato una casella del mese di gennaio integra da un altro abbonamento, incollandola sopra la casella di gennaio già grattata, e poi grattava la casella di maggio riutilizzando le caselle grattate relative al giorno di inizio ed all’anno in corso così che l’abbonamento potesse apparire perfettamente valido.

Nel secondo caso una pattuglia della Locale che controllava il territorio ed in particolare la zona adiacente ai Giardini Storici cittadini, notava nel parcheggio a pagamento di Viale Mazzini un’auto che esponeva sul cruscotto come unico titolo un contrassegno invalidi all’apparenza del tutto regolare. Gli Agenti, tuttavia, come da disposizioni, avviavano le verifiche finalizzate ad accertare se il veicolo fosse all’effettivo servizio del disabile. Risaliti alla proprietaria, una 43enne di Arcola, nonché conducente del veicolo, la invitavano a raggiungerli sul posto ed emergeva così che, non solo l’utilizzo del tagliando sarebbe stato comunque abusivo in quanto intestato al suocero ricoverato in una casa famiglia dello spezzino ma, una volta avuto in mano il contrassegno, i due agenti accertavano che si trattava in realtà di una riproduzione fotostatica a colori, realizzata a regola d’arte, dell’originale, che a questo punto pare lecito pensare venisse usato impropriamente da un terzo che ne avesse la disponibilità. Solo la mancata rifrangenza del logo anti-falsificazione  ha tradito l’automobilista.

Posto l’immediato sequestro penale dei due documenti contraffatti, entrambi gli automobilisti sono stati denunciati per il reato di falsità materiale commessa da privati,  che prevede come pena massima la reclusione fino a due anni, nonché per l’ulteriore reato di uso di atto falso.

 

 

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