Sono adolescenti di età compresa fra i 14 e i 21 anni la cosiddetta “Generazione Z e i Millenials” che manifestano disagi, disturbi d’ansia e sintomi depressivi i soggetti in zona grigia che “Gli Spinosi Aps”, associazione di promozione sociale, intende sostenere e curare attraverso un progetto extrascolastico outdoor.
Il progetto educativo, che verrà presentato Venerdì 6, alle ore 18,30 presso la condotta Slow Food La Spezia di Viale Mazzini 13, promosso da Alessia Scoccia, dallo psicologo Giovanni Belli e dal pedagogista Alfonso Pierro, ha come obiettivo quello di consentire ai giovani di recuperare gli strumenti necessari per riprendere una crescita funzionale.
Parallela al percorso di recupero, la costituzione dell’impresa sociale Opuntia, che realizza prodotti derivanti dalla lavorazione della pianta di Fico d’India omonima che ha trovato il suo habitat ideale nelle Cinque Terre. Il progetto educativo prevede infatti che i ragazzi lavorino immersi nella natura, per avviare un percorso di introspezione e di connessione con il gruppo e l’ambiente che li circonda. I gruppi si riuniranno in base agli impegni dei ragazzi un paio di volte alla settimana, per una durata annuale di 600 ore.
Olio cosmetico, farine, composte, ecc. targati Opuntia verranno venduti al pubblico; il ricavato verrà interamente devoluto alle attività degli “Spinosi” ed a coprire in parte le spese per gli emolumenti dei professionisti incaricati che, nella fase iniziale, saranno retribuiti attingendo a donazioni di privati/enti/imprese con una quota a carico delle famiglie.
Gli adolescenti saranno seguiti dai soci volontari e da un comitato scientifico composto da psicoterapeuti, psichiatri, educatori e pedagogisti.
A seconda delle stagioni, i gruppi lavoreranno presso gli “Spinosi points” nel territorio: l’azienda agricola Galletti di Corniglia, l’“Associazione Labulè” alla Spezia, , il “Circolo Velico della Spezia” e le “Scuola di vela” di Santa Teresa e del Fezzano.
Anche le famiglie ricoprono un ruolo fondamentale nel progetto, infatti dovranno partecipare supportando i ragazzi e lavorando insieme al team di educatori.
I curatori del progetto credono fermamente che per uscire dalla zona grigia l'adolescente debba essere coinvolto in un percorso all'aperto, integrato al percorso tradizionale di psicoterapia che si svolge nello studio; un lavoro che permetta al ragazzo di sperimentarsi in un contesto nel quale mettersi in gioco, dove fare esperienza di se stesso all’interno di un gruppo di pari, supportato da educatori che lo aiutino a lavorare sulle proprie fragilità, stimolato da attività mirate che gli offrano la possibilità di crescere in un processo di individuazione e autonomia alla scoperta del proprio valore di essere umano.