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"Spese pazze", la Cassazione conferma l'assoluzione di Rixi e di tutti gli altri imputati In evidenza

Ribadito il pronunciamento della Corte d'Appello, che aveva ribaltato la sentenza di primo grado.

La Cassazione ha pronunciato la sentenza di assoluzione nei confronti del deputato della Lega Edoardo Rixi e di altre 18 persone che, nel periodo al quale si riferiscono i fatti oggetto del processo, ricoprivano, come lui, il ruolo di Consiglieri regionali della Liguria.

 

Il processo è quello delle cosiddette “Spese pazze”, ovvero secondo l'acusa i consiglieri regionali coinvolti, tra il 2010 e il 2012, si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici spese che in realtà non erano istituzionali ma personali.

Le accuse ora sono definitivamente decadute in quanto la sentenza della Cassazione conferma il pronunciamento di assoluzione emesso dalla Corte d'Appello di Genova nel marzo del 2021. Il Tribunale di primo grado, invece, aveva emesse sentenze di condanna.

Edoardo Rixi, che dopo la condanna in primo grado si era dimesso dalla carica di viceministro alle Infrastrutture, così commenta la sentenza definitiva di assoluzione: “Con la conferma dell’assoluzione espressa nei precedenti gradi di giudizio, la Cassazione ribadisce la mia estraneità alle infamanti accuse di falso e peculato che ho combattuto per anni. Pur sapendo di essere innocente nel frattempo mi sono dimesso da vice ministro, ho rinunciato alla poltrona da governatore e ho preferito non assumere ruoli per evitare futili critiche alla Lega e al mio operato. Una vicenda che dovrebbe far riflettere i giustizialisti della prima ora, quelli che mi hanno chiesto subito le dimissioni: i processi si celebrano in tribunale, non in piazza. E’ la sottile differenza tra democrazia e demagogia. Ringrazio Matteo Salvini, la Lega, famiglia e amici che mi hanno fatto sentire sempre il loro sostegno. Ora guardiamo avanti, per le elezioni comunali a Genova e per le prossime Politiche c’è molto da fare”.

 
Il senatore della Lega Francesco Bruzzone dichiara: "Ho sempre avuto la coscienza a posto e sapevo che, prima o poi, sarebbe arrivato questo momento, quello della verità e della chiarezza. Il mio ringraziamento va alla comunità della Lega, che non mi ha mai fatto mancare il suo sostegno e il mio pensiero è per Edoardo Rixi che, come me, ha pagato la cultura del sospetto e del giustizialismo integralista. Nessuno ci porgerà le sue scuse per le bassezze e le illazioni che ci sono state riservate, nessuno risarcirà il dolore arrecato alle nostre famiglie o il pianto incredulo e immotivato dei miei genitori, quasi novantenni, ma ce ne faremo una ragione. Ora continueremo a fare quello che, da leghisti, sappiamo fare meglio: rimboccarci le maniche e, alle polemiche ed alle chiacchiere vuote, rispondere con l'ascolto delle necessità dei cittadini italiani".

 

“E' la fine di un incubo. In questi anni, mentre io sono stato costretto a difendermi, raccogliendo le prove che hanno dimostrato l'infondatezza dell'accusa, altri hanno speculato su questi fatti per trarne un vantaggio politico”, commenta Luigi Morgillo, che per oltre venti anni punto di riferimento per il centrodestra spezzino e ligure, ex Consigliere comunale della Spezia, poi passato in Regione dove è stato, tra l'altro, assessore nella giunta Biasotti e vicepresidente del Consiglio.

Poi entra nel merito: “Per quanto concerne il filone d'inchiesta che mi ha coinvolto e che si è concluso per tutti con l'assoluzione, gli inquirenti hanno costruito una sorta di teorema, che è toccato a noi smontare, dimostrando, com'è nei fatti, che le spese sostenute e oggetto di inchiesta sono attinenti all'attività politica.- dice Morgillo - Spiace che in alcuni momenti certa giustizia ci abbia fatto apparire come degli sprovveduti approfittatori e alcuni media ci abbiano inzuppato il pane. Ma il rammarico più grande resta quello della politica che ha preferito mettere la testa sotto la sabbia piuttosto che intervenire con provvedimenti (leggi) per stabilire con più chiarezza ciò che fosse inerente all’attività politica dei gruppi e dei consiglieri”.

Conclude Morgillo, che ha affidato la sua difesa all'avvocato Massimo Ansaldo ed in cassazione all'avvocato Tullio Padovani: “E' stato un vero calvario per chi, come me, ha agito in assoluta buona fede, nell'interesse della collettività”.

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