Corretta dotazione di personale e condizioni di lavoro ottimali sono requisiti essenziali per un servizio pubblico che voglia essere di qualità, garantendo nel contempo un rapporto umano con i pazienti.
Sono anche requisiti per discernere verso quali scelte si indirizzino i nostri Decisori regionali.
Evidente, infatti, che, se non si assume personale nel servizio pubblico e si incrementano i carichi di lavoro, il servizio non sarà soddisfacente o tempestivo, inducendo i cittadini a rivolgersi al privato o, per chi non può permetterselo, a rinunziare alle cure (1 paziente su 5 dai dati del XIX Rapporto sulle politiche della cronicità di Cittadinanzattiva dicembre 2021).
Gli esempi non mancano: le c.d. case della salute private aprono nuove sedi con la stessa rapidità con cui si apre un centro commerciale e proprio con le stesse finalità : mettere le mani nelle tasche dei cittadini.
Già prima del Covid, avevamo denunziato la cronica carenza di personale, nonostante la capacità di spesa della nostra Regione (oltre 115 milioni di euro, dai dati della Corte dei Conti).
Anche durante la pandemia, le assunzioni nel Servizio Sanitario Regionale sono state per la maggior parte a tempo determinato, impedendosi così un’azione strutturale nel tempo per il rafforzamento del personale pubblico.
Ed è così – depauperando scientemente e preventivamente il servizio pubblico - che il Presidente/Assessore Toti può dichiarare di essere orgoglioso di aver dato vita – primo in Italia (sic!) -ad un hub vaccinale in collaborazione con il privato a Genova (e, a quanto consta, a breve anche in ASL 5).
Privato che, quando non incassa direttamente dai cittadini costretti a farvi ricorso, munge risorse pubbliche con convenzioni, come quelle per l’hub vaccinale o con contratti 25ennali come per la costruzione del Felettino alla Spezia. Alla faccia del libero mercato e della libera concorrenza!
Anche le risorse che stanno arrivando con il PNRR – pur preziose - vanno accompagnate con misure che ne consentano solidità strutturale anche dopo il 2025, a cominciare da un adeguato potenziamento del personale sanitario pubblico, evitando che i fondi europei siano una nuova mangiatoia per gli interessi privati dei soli costruttori di scatole, che rimarranno vuote, se non ci sarà personale dedicato.
Invitiamo quindi tutti i cittadini a scendere in piazza il 28 gennaio, per sostenere le giuste rivendicazioni del personale sanitario e a tutela del NOSTRO servizio sanitario PUBBLICO, accessibile, gratuito e di qualità per tutti. Noi ci saremo
MANIFESTO per la SANITA' LOCALE
INSIEME per una SANITA' MIGLIORE