Nell’area adiacente alle case popolari di via Spadoni, a Santo Stefano di Magra, sono state costruite delle palazzine ad opera di un’impresa edile piuttosto conosciuta.
Il Comune aveva concesso alla ditta la possibilità di occupare un’area destinata a parcheggio per posizionare tutte le attrezzature da cantiere, che poi dovevano essere sgombrate al termine dei lavori. Purtroppo i materiali edili, tra cui un container a uso ufficio lungo una decina di metri, un escavatore di grandi dimensioni, un autocarro e circa 700 mq occupati da attrezzature e rifiuti vari sono stati lasciati sul posto per diversi mesi e a nulla sono valse le varie richieste di sgombero alla ditta.
La situazione è diventata piuttosto paradossale, anche perché in questi casi la burocrazia non agevola lo svolgimento delle pratiche e il tutto, in considerazione del fatto che si trattava di una quantità davvero ingente di materiale misto tra recuperabile e rifiuti, quindi anche con trattamenti differenti, non ha di certo favorito la situazione, facendo emergere un apparente stato di inerzia da parte degli uffici preposti. Alle difficoltà gestionali legate ai materiali da smaltire e rimuovere, si andava oltretutto a sommare la difficoltà di rintracciare il titolare dell’impresa a cui notificare gli atti per lo sgombero.
Ma l’inerzia è stata solo apparente e momentanea, fino a quando la Polizia Locale, guidata dal comandante Maurizio Perroni, non è intervenuta mettendo la parola fine al degrado che si era venuto a creare nella zona. Le indagini, coordinate dal vicecomandante Andrea Prassini, hanno permesso di rintracciare il titolare dell’impresa a Napoli, a cui è stata notificata un’ordinanza contingibile e urgente di bonifica del sito con immediato ripristino dello stato dei luoghi per ragioni di igiene e sicurezza pubblica, a firma del sindaco Paola Sisti.
Gli ufficiali del comando avevano già messo in preventivo che, così come in passato era già avvenuto, la comunicazione avrebbe dato esiti negativi, ma questa volta non si trattava di una semplice comunicazione, bensì di un’ordinanza, a cui il titolare dell’impresa doveva scrupolosamente attenersi. Neanche a dirlo così non è stato, quindi la zona è stata bonificata grazie a un intervento di rimozione già predisposto dagli agenti della Polizia Locale avvalendosi della collaborazione di ditte specializzate.
La posizione del titolare dell’impresa è ora al vaglio degli organi inquirenti della Polizia Locale, visto che l’inottemperanza all’ordinanza configura il reato ai sensi dell’art. 650 codice penale, per la cui violazione è previsto anche l’arresto fino a 3 mesi. Per l'impresa potrebbe comunque valere l’attenuante per un ravvedimento operoso, in quanto il titolare dell’impresa e il direttore dei lavori sono arrivati da Napoli con una squadra di operai proprio mentre la zona veniva sgomberata.