"I medici di famiglia hanno avuto un ruolo fondamentale e indispensabile nella lotta al Covid fin dal primo giorno. Sono stati i primi a seguire i pazienti e i primi ad ammalarsi, i primi a convincerli a vaccinarsi e i primi a partecipare alla campagna di immunizzazione. Chi non se lo ricorda è solo un gran distratto".
Lo afferma Maria Pia Ferrara, segretaria provinciale della Fimmg, la federazione dei medici di famiglia, (a nome anche dei colleghi del consiglio) che ha sentito il dovere di dare una risposta alle 'imbarazzanti parole' di Costantino Eretta, medico ospedaliero e anche assessore alla sanità del comune di Sarzana.
"Sono da rimandare al mittente – commenta Ferrara – i rimproveri di Eretta ai medici di famiglia che avrebbero inviato i pazienti in ospedale dietro la scusa di non avere i dpi (dispositivi di protezione individuale) per curarli. Nei mesi iniziali della pandemia i medici di famiglia hanno cercato di acquistarli ma in molti casi non sono riusciti perché erano introvabili e, giustamente, la priorità l'avevano ospedali e aziende sanitarie, secondo il piano pandemico. Lo sanno tutti perché è stato così anche per i cittadini".
"Nei mesi successivi - rincara la dose la segretaria - abbiamo dovuto perfino aprire un caso legale con l'azienda sanitaria. Dovevamo avere i dispositivi del ministero alla Salute nel luglio 2020 ma sono arrivati soltanto a gennaio 2021. In questo contesto avevamo accolto positivamente, l'interessamento dell'assessore Eretta alla nostra situazione di difficoltà e alla sua donazione di quasi tremila mascherine di protezione. Oggi, le sue recenti considerazioni ci lasciano quantomeno basiti, come avesse tirato delle frecce al veleno alla nostra professione".
"E' molto grave – conclude Ferrara – subire l'accusa di esserci imboscati. I medici di famiglia hanno e stanno partecipando in prima linea nella lotta alla pandemia, in piena zona di operazione contribuendo a rendere il sistema sempre meno in sofferenza e ad alzare una barriera contro il virus. Possiamo affermare con orgoglio di essere rimasti negli studi a lavorare e ad ammalarci anche in momenti di grande pericolo e disorganizzazione. Anche per questo riteniamo infruttuosa la contrapposizione ospedale-territorio, un ostacolo all'efficienza e al rilancio del sistema sanitario della provincia spezzina".