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L’appello di Silvia Laise: “Facciamo rete tra operatori scolastici e sociali per ottenere i vaccini” In evidenza

di Cecilia Castellini – La presidente di Creativamente chiede vaccini per quelle categorie a rischio che non sono formalmente ultra-vulnerabili.

L’’intera categoria del reparto scuola sta vivendo un enorme disagio, soprattutto il personale impiegato nei servizi 0-6. Successivamente alla sospensione di AstraZeneca alla fascia under 60, si sono ritrovati in fondo alle priorità vaccinali.
Paradossalmente queste categorie che lavorano in ambiti rischiosi, basti pensare ai bambini che non portano la mascherina e necessitano di contatto, non sono considerate ultra-vulnerabili.

La Presidente dell’associazione “CreativaMente” di Levanto, Silvia Laise, desidera fare rete con tutti coloro che, non essendo collegati formalmente e burocraticamente al settore sanitario, sono rimasti scoperti dal vaccino, per poter manifestare a gran voce questo disagio come categoria.

“La nostra ASL ha risposto che non hanno alcun tipo di potere in tal senso però io so che a Milano stanno facendo invece una richiesta per avere gli elenchi di chi non è stato ancora vaccinato tra operatori sociali e operatori scolastici.
Avere almeno un elenco sarebbe utile per rendersi meglio conto dei numeri.

La mia idea è quella di creare una rete tra insegnanti, educatori e tutte quelle fasce che non sono considerate formalmente ultra-vulnerabili e a rischio e che sono, di fatto, a questo momento, escluse dalla possibilità di fare il vaccino. Ci sono anche i ragazzi psichiatrici, che non hanno la 104, che sono esclusi. Vanno bene le fasce di età ma è necessario creare un doppio binario.” Ha spiegato Laise.

“Il Signor Draghi – ha aggiunto - forse non ha capito qual è il nostro tipo di lavoro, chi fa sostegno, assistenza, sta lavorando in una situazione di costante pericolo. Tutti coloro che lavorano con le persone hanno diritto al vaccino e ancor di più chi non può mantenere le distanze. Le categorie a rischio non sono solo quelle sanitarie, ci sono anche quelli che lavorano nei servizi che non sono catalogati come sanitari, ma che alla fine lo sono, si pensi appunto ai disabili e agli psichiatrici”.

“A queste categorie scoperte dico contattatemi per capire cosa fare per spingere e perfezionare questa direzione ministeriale. Ho scritto al Comitato Nazionale Nidi, ho parlato con diversi dirigenti scolastici, sono in contatto con i coordinatori dei distretti della Regione Liguria e sicuramente non mi fermerò.” Ha concluso.

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