Era previsto un incontro, un momento per riunirsi e confrontarsi, per decidere insieme cosa fare in vista della manifestazione prevista a Genova lunedì prossimo. Non era previsto, ma invece è successo, che i ristoratori presenti formassero un corteo per manifestare nelle strade cittadine tutta la loro rabbia.
Un corteo pacifico che ha sfilato da via Prione, per via Fratelli Rosselli, fino a viale Italia per poi fermarsi di fronte al Comune, nessun cartello politico, nessuna appartenenza politica, solo tanta rabbia per l'emergenza economica derivata dalla pandemia, dopo quella che da tutti è stata definita 'l'ultima goccia': il passaggio a zona arancione il giorno di San Valentino, annunciato con pochissime ore di preavviso.
"La misura è colma - ha spiegato Paola Melis del bar Tripoli, organizzatrice dell'incontro di oggi - Noi ci siamo adeguati a tutte le misure per evitare il contagio, abbiamo investito tempo e denaro e abbiamo sempre rispettato le regole per le aperture e le chiusure, ma quello che è accaduto per San Valentino è davvero troppo: tutti si erano organizzati per aprire, avevano comprato il cibo, pagato il personale ed è stato un vero spreco di energie e soldi. Noi chiediamo solo di poter lavorare".