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Lerici, il Consiglio Comunale celebra "Il Giorno del Ricordo" In evidenza

Si è svolta oggi, 11 febbraio, una seduta del Consiglio Comunale. Ascoltato il racconto dell'esule Piero Tarticchio. 

 E' stato celebrato, questa mattina 11 febbraio, con una seduta straordinaria del Consiglio Comunale, 'Il giorno del Ricordo' (10 febbraio), la manifestazione per ricordare le vittime delle Foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati, nel secondo dopoguerra.

Ospiti del Consiglio Comunale, che si è aperto con un minuto di silenzio in ricordo di tutte le vittime di questa pagina buia della storia contemporanea, Pietro Tarticchio (esule da Gallesano) e Andrea Manco (Presidente provinciale per La Spezia dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia).

"Oggi più che mai dobbiamo conoscere la storia e comprenderla, per non ripetere i tragici errori del passato e per tenere alta l'attenzione evitando la possibilità di diventare vittime o carnefici", con queste parole il Sindaco Leonardo Paoletti ha aperto la seduta del Consiglio Comunale, parole condivise da tutti i capigruppo che a turno hanno espresso soddisfazione nel celebrare oggi una data così importante, alla presenza degli studenti delle scuole lericine in ascolto.

Tarticchio ha parlato a lungo, fornendo una diretta testimonianza del dramma vissuto, ma anche del dolore che ha provato negli anni di silenzio, che hanno impedito una giusta commemorazione delle vittime: "A più di settant’anni dalla morte del mio povero padre, vado a posare un fiore sulla tomba di uno sconosciuto. Perché non so in quale foiba siano stati buttati i suoi resti. Non so quanto ancora avrò da vivere, ma mi batterò e ovunque mi sia chiesto porterò la mia testimonianza fino a quando ne avrò le forze". Lo scrittore e pittore segratese Piero Tarticchio, esule istriano scampato alla furia dei titini all’età di soli nove anni e che nelle foibe ha perso, oltre al padre, altri sei famigliari, ha così concluso la sua testimonianza.

Per troppi anni dell'argomento non si è parlato, come ricordato dallo stesso Tarticchio: "Se parlavi di foibe e dell'esodo eri accusato di essere un fascista". E rispondendo alla domanda del consigliere Nebbia Colomba sulla necessità di contestualizzare i fatti con quello avvenuto prima, ossia alla luce dei crimini fascisti, spiega: "Per tanti anni si è parlato solo di quello, quasi a giustificare. Io parlo della mia esperienza, di quello che ho subito, di mio padre morto in una foiba e che mai ha indossato una camicia nera e non ha mai fatto torti: abbiamo pagato noi per i crimini del fascismo".

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