11 luglio 1982: le strade di tutta Italia erano deserte, comprese quelle spezzine. Nessuno in giro, tutto fermo. Scene che purtroppo siamo tornati a vedere in questo 2020 funestato dalla pandemia da Covid 19, ma che allora avevano un motivo ed uno spirito molto diverso, anche se tutti speriamo in un finale dallo stesso sapore.
11 luglio 1982, a Madrid si gioca Italia – Germania, finale del Campionato del Mondo.
Il clima alla Spezia, come del resto in tutta Italia, è surreale. Tutto si ferma, per le strade non c'è nessuno, la città è deserta. Tutti in casa, davanti alla televisione.
Il telegiornale rischia di andare troppo per le lunghe ed allora il giornalista non ci pensa due volte: “Le previsioni del tempo tanto stasera non interessano a nessuno, linea subito allo stadio di Madrid”.
Il resto, per quanto concerne la partita, è leggenda scritta negli annali del calcio. L'Italia batte la Germania 3-1 grazie alle reti di Rossi, Tardelli e Altobelli.
Al triplice fischio di César Coelho tutto cambia.
La Spezia, fino a un attimo prima deserta, diventa brulicante di gente, una vera e propria bolgia: tutti per strada, ovunque, persino sui tetti delle macchine e dentro la fontana di piazza Europa. Una marea umana riempie ogni angolo della città, fino al mattino, mentre non c'è finestra alla quale non compaia un drappo azzurro o tricolore.
L'Italia è Campione del Mondo per la prima volta nel dopoguerra, ma in quel delirio c'è qualcosa di più della vittoria del Mondiale.
Quel Campionato del Mondo riuscì ad unire gli italiani come mai prima e di tutto quello Paolo Rossi, “Pablito”, fu senza dubbio l'icona ed il simbolo.
La speranza è che anche oggi la conclusione sia la stessa, dopo un lockdown ben più lungo e per ben altre ragioni. La speranza è che il risultato sia la vittoria contro il Covid e che torni anche lo spirito dell'estate '82, quell'unità ritrovata e quel senso di riscatto e rinascita.