Abbiamo letto l’accorata – e per certi versi disperata – richiesta di aiuto da parte del sindacato degli infermieri e di quello dei medici ospedalieri.
E ne hanno ben donde, per almeno due ordini di motivi.
IL PRIMO. La Liguria – dai dati del Ministero della Salute aggiornati al 09.11.2020 – risulta tra le Regioni a rischio. E questo lo sapevamo. Quello che molti non sanno invece e’ che, sempre da quei dati, si ricava che c’e un’alta probabilità di escalation nei prossimi 30 giorni con classificazione di probabilità “ALTA (segnalata trasmissione non gestibile in modo efficace con misure locali)” e con ALTO impatto dato da “sovraccarico in aree mediche ed evidenza di focolai in RSA/case di riposo/ospedali”. Già al 09.11.2020 – sempre dati ministeriali -, la Liguria risulta la seconda regione in Italia per sovraccarico delle aree mediche (49%), indice che l’assistenza territoriale è inefficace per affrontare sistematicamente la pandemia ed evitare i ricoveri dei cosiddetti paucisintomatici. Purtroppo, risultano fondati i nostri passati rilievi sulla erronea gestione dei servizi sanitari liguri, tutti orientati invece in senso ospedalocentrico (con servizi più remunerativi dal punto di vista economico; ciò che pare interessare maggiormente ad Alisa ... ).
IL SECONDO. Come noto ASL 5 era già – in epoca pre Covid - in grave situazione organizzativo-gestionale ed in carenza di posti letto e personale (questo nell’ordine del 30% in meno rispetto alla media regionale). Evidentemente, l’epidemia sta dando il colpo di grazia a questi deficit.
Il problema è che chi ne fa le spese sono, come al solito, i pazienti e i professionisti sanitari e non chi ha scelleratamente deciso in passato di non adeguare le nostre risorse.
Il Manifesto per la Sanità Locale – al cui interno operano anche professionisti della sanità – aveva avanzato ben 4 istanze (a partire dal marzo 2020) sulle criticità della pandemia nel nostro territorio ed altrettante proposte, indirizzandole alla ASL 5, al Presidente della Conferenza dei Sindaci (Sindaco della Spezia) e alla Prefettura.
Ci aspettavamo il “cronico” silenzio della ASL e del Sindaco, mentre siamo rimasti sconcertati dal silenzio del Rappresentante dello Stato in Provincia.
Per questo motivo, lo scorso 11 novembre – oramai stanchi di formulare inascoltate proposte – abbiamo inviato alle stesse Istituzioni delle precise richieste :
• se (come nella vicina Toscana) è stato individuato un punto temporale di rottura del sistema (la Toscana prevede che se il picco continuerà come in questi giorni, il 22 novembre le strutture saranno sature)
• in conseguenza se si è pensato di requisire alberghi (o le navi che da mesi stanno inquinando il nostro golfo) per adattarle a ospedali per ricoveri non gravi (tra l’altro le navi da noi sarebbero parcheggiate anche vicino all’ospedale)
• se si prevede di utilizzare i militari o la protezione civile nelle operazioni di tracciamento (anche a ritroso e non solo “in avanti” come si fa ora)
• se si prevede di aumentare i GSAT assumendo anche a TD medici in pensione e infermieri
• se si prevede l’utilizzazione dell’ospedale di Levanto
• se si prevedono modalità di effettuazione dei tamponi che possano accelerare l’effettuazione degli esami e la relativa refertazione (in Toscana c’e un accordo con i medici di medicina generale)
• se si prevede l’aumento dell’organico medico ed infermieristico – ospedaliero e territoriale anche per le funzionalità dell’Ufficio Igiene, il cui Dipartimento aveva già segnalato il grave deficit del personale
• quali siano i dati di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica, con relativa previsione nel tempo
Naturalmente, visti i silenzi sulle precedenti nostre istanze, abbiamo indirizzato l’ultima nota anche alla Procura della Repubblica.
Ora, anche dopo la denuncia pubblica dei sindacati dei medici e degli infermieri, nessuno potrà dire che “non sapevamo, non credevamo, non abbiamo valutato”
MANIFESTO per la SANITA' LOCALE
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