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Il virus mette in crisi Atc: “Risorse ancora per 3 mesi, ma altre aziende stanno peggio” In evidenza

Nel 2020 perdita stimata di 2,8 milioni di euro, destinata ad aggravarsi negli ultimi mesi dell'anno. Il lockdown e i pochi biglietti venduti le cause.

Circa 6 milioni di euro a disposizione che, se non dovessero arrivare ulteriori stanziamenti dal governo, permetterebbero ad Atc di restare in piedi per altri tre mesi circa, con una perdita stimata nel 2020 di 2,8 milioni di euro, che con tutta probabilità si aggraverà negli ultimi mesi dell’anno.

Sono torbide le acque in cui si trova non soltanto l’azienda spezzina, ma molte delle società di trasporto pubblico locale italiane a causa della crisi legata alla pandemia.

È quanto emerso durante la seduta online della commissione comunale Pubblica Istruzione, che ha affrontato il delicato tema degli assembramenti degli studenti vicino alle scuole e del relativo adeguamento degli orari dei bus. Un tema praticamente già superato dagli eventi se, come sembra, il nuovo Dpcm del premier Conte reintrodurrà la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori.

I numeri li ha forniti l’amministratore delegato di Atc Francesco Masinelli: “Ogni mese l’azienda spende circa 2 milioni: 800 mila euro per i fornitori e 1,2 milioni per pagare gli stipendi. Abbiamo acceso un mutuo di 5 milioni con due obiettivi: dare fiato finanziariamente all’azienda e abbassare gli interessi che attualmente scontiamo sugli affidamenti. Al momento abbiamo 4,5 milioni circa liquidi, più 1,3 milioni già maturati: in tutto circa 6 milioni, il che significa che per tre mesi possiamo stare tranquilli. Da quello che so ci sono aziende di trasporto pubblico locale che hanno molto meno respiro rispetto a noi”.

Uno scenario preoccupante, che potrebbe ulteriormente peggiorare, causato in gran parte dal lockdown di inizio anno, dalla progressiva diminuzione del numero di passeggeri consentito a bordo dei bus e dal conseguente vertiginoso calo registrato nella vendita dei biglietti. “Noi continuiamo ad operare tranquillamente – ha precisato il presidente di Atc Gianfranco Bianchi – sapendo che il governo prima o poi stanzierà i fondi necessari, a meno che non si voglia far saltare gran parte delle aziende di trasporto pubblico locale. Gli stanziamenti del governo infatti fino ad oggi sono stati insufficienti: all’appello mancano ancora 800 milioni per rifondere le perdite di tutte le società”.

Sul fronte del trasporto degli studenti, invece, i vertici di Atc hanno sottolineato l’aumento del servizio messo in campo fin dall’apertura delle scuole: 71 corse in più al giorno per circa 1.000 km in più percorsi quotidianamente, grazie anche all’arrivo di 19 mezzi in più da vari fornitori. Una misura accompagnata dalla decisione di inviare “sul campo”, nei pressi delle scuole e delle aree maggiormente critiche, squadre di operatori di Atc con il compito di “disciplinare” gli studenti evitando assembramenti.

Qualcosa poteva andare meglio? Sì, a sentire il dirigente scolastico del liceo “Mazzini” Francesca Del Santo: “A luglio come dirigenti scolastici siamo stati ripetutamente invitati in Provincia per parlare delle molte problematiche connesse all’attività didattica. In quelle occasioni ci è mancato il rapporto con Atc: ci è stato chiesto anticipatamente quali sarebbero stati i nostri modelli orari, ma noi eravamo in estremo dubbio perché avevamo poche certezze su come lo scaglionamento potesse essere compatibile con gli orari del trasporto pubblico locale – ha fatto notare Del Santo – Oggi ci vediamo in questa commissione in un momento in cui molto probabilmente la scuola superiore di secondo grado entrerà in una sorta di sospensione ad interim. Comprendiamo gli sforzi di Atc, ma oggi siamo un po’ fuori tempo massimo per occuparci della questione. Dovremmo forse concordare un impegno per il futuro: istituire una forma di confronto tra gli istituti scolastici e l’azienda di trasporto locale che permetta nel lungo periodo, nell’arco di due anni scolastici, di arrivare a conciliare meglio l’offerta formativa dal punto di vista degli orari di entrata e uscita con le esigenze di efficientamento del trasporto pubblico”.

Altro tasto dolente è quello degli affollamenti degli operai di Fincantieri alla fermata del Muggiano e a bordo dei bus. “Fin da subito abbiamo cercato un colloquio sia con la Provincia che con Fincantieri e abbiamo trovato degli interlocutori attenti – ha spiegato l’ad dell’azienda Masinelli – Abbiamo creato 30 coppie di corse aggiuntive dedicate, che rimangono un servizio di trasporto pubblico locale sostenuto però con un contributo dell’azienda. Viste le criticità in alcune fasce orarie, abbiamo studiato un potenziamento delle corse tra le ore 16 e le 18. Sul tavolo c’è anche la proposta di rivedere la fermata del Muggiano, in modo che i bus possano prima far scendere le persone a bordo, spostarsi più avanti e poi far salire quelle in attesa. In più abbiamo chiesto a Fincantieri di poter entrare nel loro parcheggio, girare e riprendere la via delle gallerie riducendo il tempo di percorrenza delle corse”.

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