Confsal e Fials sono ormai da anni fattivamente impegnati nel perorare la causa del mantenimento del posto di lavoro dei circa 250 operatori, tra oss e personale ausiliario, impiegati in Asl 5 alle dipendenze di Coopservice.
A circa due mesi dalla scadenza dell’ennesima imbarazzante proroga del ventennale appalto, prendiamo atto che non c’è stata alcuna sincera volontà politica di trovare positiva soluzione ad una importante vertenza che, nella nostra provincia, continua a tenere in bilico certezza dei posti di lavoro, sicurezza economica delle famiglie e qualità del servizio sanitario erogato.
Su terreno impervio dovuto a scelte aziendali di Asl 5, indicazioni politiche territoriali e regionali e a condivisioni sindacali non sempre scontate, a piccoli passi ci si ritrova a quello che per noi era il punto di partenza, con poco più di un nulla di fatto. Ad oggi comunque le uniche soluzioni, da non tralasciare e su cui bisogna lavorare, sono la non alienabile ipotesi di costituzione di una Società in House o, in seconda istanza, la costruzione di un bando di concorso per soli titoli che dia giusta interpretazione agli intenti di salvaguardia insiti nel noto emendamento inserito nel decreto Rilancio.
In questo periodo di emergenza sanitaria, l’internalizzazione dei lavoratori di Coopservice permetterebbe anche di dare loro pari dignità e tutele rispetto ai dipendenti di Asl 5, con i quali lavorano fianco a fianco, evitando il perpetrarsi di incresciose quanto gravi differenze di trattamento circa i protocolli di sicurezza in merito all’uso di DPI e all’esecuzione di tamponi in caso di contatti a rischio: di questo abbiamo chiesto conto anche proprio ad Asl 5 che, in quanto committente, ha l’onere del controllo sul regolare svolgimento del lavoro appaltato in piena sicurezza per i lavoratori, ma ad oggi nessuna risposta. Non si può accettare di continuare ad avere lavoratori di serie b: basti pensare che, da quasi venti anni e anche in piena pandemia, questi operatori sono ancora costretti a lavarsi le divise autonomamente a casa loro, nonostante le nostre diffide e gli evidenti rischi sanitari.
La posizione di Asl 5, a dir poco neutrale e di attesa, rispetto a decisioni politiche regionali, certamente non è d’aiuto, come del resto il silenzio del sindaco del Comune capoluogo, ancora in linea con l’immobilismo preelettorale di Regione Liguria.
Tenuto conto che, come da accordo regionale, Alisa ha bandito concorso oss in tutte le Asl ad eccezione dell’Asl 5, lasciata in sospeso per la situazione peculiare, fermamente convinti che non si possa più rimandare il momento del “fare”, abbiamo chiesto alla regione un incontro per chiarire una volta per tutte quale potrà essere il futuro dei lavoratori interessati e, in generale, della sanità spezzina; contestualmente, sarebbe necessario un tavolo aziendale con le OOSS di categoria del comparto sanità per capire come Asl 5 intende affrontare il problema dell’imminente scadenza della proroga d’appalto a Coopservice e per affrontare la criticità del personale ausiliario che, dopo la recente assegnazione della gara di pulizie ad altra ditta, diventa di fatto precario e merita stessa attenzione per garantirne la continuità lavorativa e per scongiurare il pericolo di pesanti disservizi all’utenza. Ora più che mai è necessario passare dalle parole ai fatti e dare un concreto segnale che il cambiamento non e’ soltanto uno slogan politico.
Per le segreterie
Luciana Tartarelli
Alessandro Podestà