E’ motivo di soddisfazione apprendere dal sindaco Massimo Bertoni che il Comune di Vezzano è determinato a contrastare il progetto di Recos di costruire un digestore anaerobico per Forsu a Saliceti, neppure se fosse ridimensionato nelle quantità. La decisione di non vendere a Recos i terreni comunali di Saliceti è un primo segnale.
Era una delle sollecitazioni contenute in due lettere del 10 e del 28 luglio scorso inviate all’amministrazione vezzanese dai comitati No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune e le associazioni Legambiente Italia Nostra e Cittadinanzattiva rimaste senza risposta neppure per cortesia. Per noi contano i risultati in una battaglia difficile nella quale troppe forze politiche si schierano a parole contro il progetto senza far seguire i fatti.
Ora ci attendiamo alcuni passi decisivi. Intanto che il Comune di Vezzano rompa gli indugi e si attrezzi per il ricorso al Tar in caso di firma da parte del presidente Toti dell’autorizzazione al progetto. Un ricorso al Tar su una materia così vasta e complessa non si scrive in 60 giorni. I ricorsi costano, è vero. Ma lo stesso sindaco Bertoni aveva annunciato che vi avrebbe investito parte dei denari incassati dal “ristoro ambientale” per il TMB. Inoltre Vezzano potrebbe condividere i costi col comune di Santo Stefano, schierato sullo stesso fronte.
Rispetto al comune guidato da Paola Sisti Vezzano ha una carta in più da giocare al TAR: la destinazione urbanistica di Saliceti ad area agricola, fermamente voluta dall’ufficio urbanistico della Regione solo un anno fa. Come si legge nel blog del giurista ambientale Marco Grondacci, sono costanti i pronunciamenti del Consiglio di Stato che bocciano le varianti ai PUC imposte dalle Regioni. Il progetto Recos contrasta col PUC e con i piani sovraordinati come il Piano territoriale provinciale del 2005 e i piani provinciale e regionale dei rifiuti del 2018.
L’amministrazione vezzanese può giocare altre carte nella Conferenza dei servizi. Ad esempio produrre l’approfondita relazione geologica della dottoressa Enrica Droghieri, allegata al PUC e recepita dall’ufficio urbanistico della Regione, che arrivava alle stesse conclusioni del professor Giovanni Raggi.
Infine torniamo a sollecitare il parere sanitario del sindaco. Nella VIA non sono stati considerati gli effetti cumulativi con altre attività inquinanti. Inoltre (e per paradosso) può venire in aiuto il presidente della Provincia Pierluigi Peracchini, che per contrastare la conversione a gas della centrale Enel ha prodotto uno studio del professor Alfonso Cristaudo, secondo cui gli effetti nefasti della centrale si farebbero sentire in un raggio di quaranta chilometri.
No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune
Legambiente Italia Nostra e Cittadinanzattiva