"Cinque rappresentanti di comitati spezzini entrano a far parte del coordinamento della Rete nazionale dei movimenti che hanno l'obiettivo di contrastare il "partito unico degli affari", che sostiene su tutto il territorio nazionale i biodigestori di rifiuti organici, veri impianti "acchiappa soldi pubblici", sotto il paravento di incentivi alla green economy", così in una nota il Comitato No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che Botta! e Acqua Bene Comune.
"Sono Teresa Maio e Cristina Bianchi del Comitato No Biodigestore Saliceti, Fabrizia Giannini, Acqua Bene Comune La Spezia, Lanfranco Pambuffetti e Carlo Ruocco, Comitato Sarzana, che botta!.
L'idea di mettere in rete tutti i comitati e movimenti che contrastano i megaprogetti di biodigestori su tutto il territorio nazionale è stata lanciata al convegno di Ponzano la scorsa settimana da Teresa Maio del Comitato No Biodigestore Saliceti e da Massimo Gianangeli del Comitato Tutela Salute e Ambiente di Jesi, Emiliano Codeluppi del coordinamento provinciale dei comitati ambiente e salute di Reggio Emilia e Maria Grazia Bonfante del Forum Salviamo il paesaggio di Cremona, Carlo Ruocco del comitato Sarzana, che botta!.
Il coordinamento costituirà l'opportunità di uno scambio d'informazioni su tutte le gravi criticità che accomunano i vari progetti di biodigestori, proposti scelleratamente ormai in tutta Italia: forte impatto ambientale, spreco di soldi dei cittadini chiamati a contribuire con bollette TARI sempre più salate, scarsa convenienza economica ed energetica per le comunità locali, impatto negativo sull'economia agricola, applicazione scorretta, quando non illegittima, delle norme poste a tutela dell'ambiente e dei diritti, pregiudizio per le fonti idriche.
La logica comune dietro a gran parte di queste proposte risulta essere quella della finanziarizzazione dei servizi pubblici, sia quando i proponenti sono multiutility s.p.a. sia, paradossalmente, quando a voler costruire gli impianti sono gli stessi enti pubblici. Ormai non si costruiscono impianti e non si scelgono tecnologie in base ai bisogni delle comunità locali, ma si costruiscono per gli interessi finanziari dei quattro o cinque grandi gruppi finanziari.
La creazione di una rete permetterà un cambio di passo nelle varie battaglie per non giocare più in difesa ed aiutare i cittadini e i comitati, associazioni e movimenti che vorranno aderire, a diventare protagonisti del futuro dei loro territori.
La prima azione del coordinamento sarà un'istanza forte presso le autorità di Bruxelles per richiedere un intervento nei confronti dello Stato italiano che continua a dare soldi pubblici ad impianti impattanti che producono gas serra.
Un'istanza dello stesso segno sarà inoltrata dal ministro dell'ambiente Sergio Costa e al ministro delle sviluppo economico Stefano Patuanelli".