“La movida è un fenomeno che va governato con il contributo di tutti. A mio avviso l’atteggiamento non può essere soltanto repressivo, ma anche educativo. Ma personalmente non intendo tollerare che pochissimi furbi con il loro comportamento irresponsabile danneggino una categoria, come quella degli esercenti dei locali pubblici, che è in maggioranza rispettosa delle disposizioni anti-Covid”.
Il nuovo Prefetto della Spezia Maria Luisa Inversini – 60 anni, nata a Gavirate (Varese), alle spalle una lunga carriera alla Prefettura di Milano – si è insediata nel palazzo del Governo di via Veneto da poco meno di un mese, ma ha già le idee chiare sui principali dossier aperti in città. Al suo primo incarico da Prefetto, Inversini racconta in un’intervista a Gazzetta della Spezia (in allegato all’articolo) i principali obiettivi del suo mandato, l’esperienza a Lodi nei giorni più difficili dell’emergenza e il significato, non soltanto simbolico, di essere la prima donna nella storia della Spezia a ricoprire l’incarico di rappresentante del Governo.
Tra i tanti temi all’ordine del giorno figura anche quello della ripresa della movida in centro, che nelle ultime settimane ha sollevato numerose polemiche: da una parte la voglia di tornare a divertirsi dei ragazzi e quella dei commercianti di riprendere a pieno ritmo le loro attività, dall’altra l’obbligo di rispettare le norme di sicurezza ed evitare assembramenti. Un difficile equilibrio che il Prefetto sta cercando di raggiungere. Se necessario anche utilizzando il pugno duro nei confronti di chi fa finta di non capire.
“È comprensibile che i giovani, dopo molti mesi di chiusura, abbiano voglia di uscire e aggregarsi – spiega il Prefetto a Gazzetta della Spezia – Anche gli esercenti hanno necessità di riprendere le loro attività a pieno regime. Questo però non può andare a pregiudizio del diritto al riposo dei residenti e soprattutto non può pregiudicare la tutela della salute pubblica. I dati spezzini sul Covid sono molto buoni, ma non si può pensare che l’emergenza sia completamente finita. Dobbiamo rispettare le norme anti-assembramento, mantenere le distanze di sicurezza e laddove non è possibile usare la mascherina. I controlli sono stati e saranno severi”.
Ma quello della movida non è l’unico dossier aperto sulla scrivania del nuovo Prefetto: non meno importante è il problema della microcriminalità, che colpisce regolarmente alcuni quartieri della Spezia, soprattutto quello Umbertino. “Il quartiere Umbertino è l’anima storica della città, dove convivono culture diverse – sottolinea Inversini – A mio avviso va favorita una maggiore integrazione nel rispetto delle regole della comune convivenza, contrastando ogni forma di illegalità e tutelando il decoro urbano. Ho avuto il piacere di incontrare i comitati di quartiere, realtà molto impegnate a far vivere il territorio: credo che questa azione preventiva sia molto importante anche per supportare l’attività delle forze dell’ordine. Rispetto al più ampio tema della sicurezza, l’attenzione va allo spaccio di sostanze stupefacenti ma anche, soprattutto in un periodo delicato come questo in cui da parte dello Stato c’è una grande immissione di risorse pubbliche, a eventuali infiltrazioni criminali per la tutela dell’economia legale”.
Sulla presenza femminile ai vertici delle Prefettura Inversini riconosce che “sulla parità di genere c’è ancora molto da fare, qui come in tutto il mondo, il problema c’è e va affrontato”, ma nel contempo sottolinea che “molte sono le Prefette in sede, è donna il ministro dell’Interno, alla Spezia è donna anche il Questore, e ho avuto il piacere di incontrare già due sindaci donna eletti sul territorio, quello di Sarzana e di Deiva Marina. Ma c’è un punto su cui vorrei richiamare l’attenzione di tutti: alla Spezia ho riscontrato alcuni casi di violenza sulle donne. Questo è uno dei tanti problemi sui quali ho intenzione di impegnarmi perché lo ritengo altamente meritevole di attenzione”.