Si continuano a sviscerare e a passare al microscopio, i passaggi e gli errori commessi durante la gestione della crisi sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19: anche la commissione consiliare di oggi pomeriggio, 20 maggio, che aveva lo scopo di ascoltare i rappresentanti del Manifesto per la Sanità Locale, ha visto i consiglieri comunali dividersi su due fronti, tra chi incolpa Alisa e Asl5 e chi invece condanna per gli errori commessi il Governo centrale del premier Conte.
Nella premessa le proposte del Manifesto per affrontare le fasi future dell’emergenza, come il controllo e gestione delle attività sanitarie del territorio: potenziamento delle attività territoriali; rinforzare le task force territoriali (USCA o GSAT) Servono altre squadre aggiuntive (rispetto alle 3 già previste) con mezzi e personale e con adeguata dotazione di DPI; programmare i luoghi per i dimessi Covid positivi In particolare, istituire un Reparto ospedaliero a gestione infermieristica con Fisioterapia per i non autonomi, fino ad arrivare al coinvolgimento e protezione dei medici di medicina generale (mmg) e pediatri (pls) per la sorveglianza attiva ed anche per le misure da adottare per le visite ambulatoriali.
Ha spiegato Rino Tortorelli: “Credo che abbiamo imparato da questa emergenza la necessità di una medicina a 360 gradi che copra tutto il territorio. A livello ligure e nazionale abbiamo visto un incremento di investimento sugli ospedali con un sistema molto spinto verso l’aziendalizzazione. Anche chi ritiene valido questo sistema deve ammettere che la gestione di un servizio indispensabile come la salute non deve essere demandata solo a commissari e a tecnici, ma deve tenere conto delle realtà che lo circondano, come associazioni di cittadini etc, per un coinvolgimento locale che non abbiamo visto. Alisa ha centrato tutti i poteri, togliendoli alla Asl5 e ignorando le istanze locali, dei cittadini e dei professionisti del lavoro sanitario sia di singoli operatori che delle associazioni di categoria e ordini professionali. Loro potevano dare un punto di vista importante, essendo in prima linea, ma sono stati ignorati. Inaccettabile che la direzione abbia rifiutato il confronto con il consiglio comunale che rappresenta l’intero territorio. Le decisioni che sono state prese sono arrivate in ritardo, siamo stati fortunati a non avere picchi epidemici e ad avere primari che si sono spesi in prima persona, ma poteva andare diversamente”.
Aggiunge il dottor Pieraldo Canessa: “A livello nazionale, siamo stati travolti da un’ondata enorme del virus, nonostante a gennaio sia stata mandata una circolare nessuno si è attrezzato. Avevamo di fronte cosa stava succedendo in Lombardia, quindi potevamo fare qualcosa, ma in Liguria nessuno ha predisposto stoccaggi di dpi, o di altro materiale per affrontare l’emergenza, non siamo riusciti a capire cosa fare, mentre in Veneto hanno trovato soluzioni, correggendo errori comuni a tutti, come l’aver agito in ritardo o aver sottovalutato il virus. Incapacità di far la diagnosi, far entrare il virus negli ospedali, fare pochi tamponi, non difendere gli operatori sanitari che possono diventare veicolo per la diffusione del virus in altri reparti. Ora dobbiamo essere pronti per una possibile nuova ondata, evitando il ripetersi di sbagli fatti nei mesi scorsi”.
Il dottor Lorenzo Cozzani ha invece sottolineato il problema dei medici di famiglia: “Di fatto sono stati lasciati soli, almeno in 40 si sono ammalati, molti si sono procurati personalmente i dpi. Purtroppo tra la popolazione regna ancora molta ignoranza, quindi credo che la comunicazione fatta attraverso la televisione dovrebbe essere sostituita con una corretta informazione fatta sul territorio, che dovrebbe essere sempre al centro della sanità. È aumentata la mortalità per altre patologie perché si è smesso di occuparsi di tutto il resto e la gente ha paura di recarsi in ospedale”.
I problemi elencati quindi si confermano quelli discussi ieri con i rappresentanti degli ordini professionali, quindi oggi il dibattito si sposta in breve tempo sull’utilità di discutere ripetutamente degli stessi argomenti e la commissione si spacca: da un lato chi ritiene uno spreco di risorse, vendendo in quella di oggi una commissione 'fotocopia' rispetto a quella di ieri, dall’altro chi chiede sempre più dati, ancora risposte.
“Siamo grati di essere ascoltati oggi- commenta Tortorelli- perché queste stesse proposte le abbiamo inviate a tutti gli organi competenti e nessuno ha risposto. Essere qui a parlarne con voi è una cosa importantissima per noi, se non altro come sfogo. Capisco che i vertici di Alisa e Asl abbiano da lavorare, ma almeno una risposta, anche in forma scritta, sarebbe gradita”.