Sabato 22 alle ore 15,30 alla sala della Repubblica su iniziativa del Comitato Sarzana, che botta!, condivisa da Comitato Acqua Bene Comune, No Biodigestore Saliceti, Legambiente Italia Nostra e Cittadinanza attiva si terrà un convegno scientifico sul tema: “Rifiuti, ambiente, salute”, centrato sul tema del trattamento dei rifiuti organici (umido o FORSU). L’obiettivo è di mettere a confronto le tecnologie che vengono impiegate con le relazioni dei professori Giuseppe Ferrari (docente di igiene e chimica ambientale ateneo di Ferrara), Giovanni Vallini (biotecnologie ateneo di Verona) e l’ingegnere impiantisco Giuseppe Vitiello.
Il confronto tra tecnologie è ciò che avrebbero dovuto fare (per legge) Provincia e Regione prima di sposare il metodo anaerobico (digestore) sostenuto da Iren. Saranno esaminate le ricadute sull’ambiente (percolati tossici e falda idrica, immissione di CO2, altre sostanze e odori in atmosfera), i costi che i cittadini dovranno sopportare con la TARI e le bollette energetiche, l’efficienza dei sistemi, l’attuazione del principio di prossimità ai luoghi di produzione e l’adesione alle recenti direttive europee.
Insomma poca politica, niente ideologia.
In vista del convegno il 27 gennaio scorso comitati e associazioni hanno rivolto una richiesta al presidente della Regione Giovanni Toti di poter conferire con lui, memori di una solenne affermazione: i cittadini in corteo vanno sempre ascoltati, fatta dopo la manifestazione dei duemila che bloccò la Cisa. Per ora dalla segreteria di Toti è venuta soltanto la comunicazione che il 22 il presidente non potrà essere presente al convegno per un precedente impregno. Ce ne dispiace sinceramente. A maggior ragione confidiamo in un incontro prima o dopo il convegno.
Di seguito la lettera inviata al presidente Toti con i temi che vorremmo affrontare.
"Richiesta di confronto sulla questione rifiuti in provincia della Spezia e in Liguria: raccolta differenziata, distribuzione degli impianti in regione, tecnologie, chiusura del ciclo dei rifiuti
Il 26 ottobre scorso Lei commentò la grande manifestazione di Santo Stefano Magra contro il progetto di biodigestore a Saliceti aprendo con questa affermazione: “Grande rispetto per chi scende in piazza, i cittadini vanno sempre ascoltati”. Purtroppo non ci è stata mai data l’occasione.
Abbiamo incontrato in questi mesi esponenti di tutte le forze politiche, senza alcuna preclusione ideologica. Manca all’appello “Cambiamo”. Eppure abbiamo cercato contatti con l’onorevole Manuela Gagliardi, con l’assessore regionale Giacomo Giampedrone, col presidente della Provincia Pierluigi Peracchini. Non ci sfugge che chi oggi è all’opposizione cavalca facilmente la protesta contro l’impianto.
A Reggio Emilia accade l’esatto contrario: le amministrazioni di centrosinistra stanno imponendo un biodigestore, sempre firmato da Iren, sproporzionato alle loro esigenze di smaltimento dei rifiuti organici. I partiti di centrodestra si oppongono e appoggiano i comitati. Cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia: decide sempre Iren. Nella nostra battaglia contro un progetto che riteniamo pericoloso per le falde acquifere, fuori scala per le esigenze della Provincia, in contrasto con la pianificazione pubblica, di cui abbiamo letto e approfondito tutti gli atti, abbiamo cercato il confronto sulle carte. Non ci dica anche Lei: “Non è detto che sia deciso. La parola è ai tecnici della Regione. Non è una scelta politica”. Da settimane Iren ha intrapreso una campagna mediatica sulle piattaforme Internet. Un video pubblicato il 23 dicembre ha quattro slides: “Dove sorgerà il biodigestore di Saliceti”. “Accanto all’impianto esistente”. La carta della zona. “Accanto all’impianto esistente”. Non un verbo ipotetico. Certezza assoluta. Non è la prima volta che Iren mostra tanta sicurezza. Vorremmo confrontarci con lei su questioni tecniche, amministrative e richiamare la sua attenzione di giornalista, su alcune successioni di eventi che dovrebbero aprire una riflessione in chi ha titolato il proprio movimento “Cambiamo”. 31 Maggio 2018 l’ad di Recos Stretti annuncia a Santo Stefano in assemblea pubblica: Costruiremo il biodigestore a Saliceti.
A quella data Provincia e Regione erano ancora impegnate a chiudere il Piano d’Area e il Piano d’Ambito.
3 luglio 2018: l’assessore Giampedrone annuncia che i dubbi di Arpal sul sito di Boscalino sono superati e che la procedura di VAS sul Piano d’area è conclusa positivamente. Ciò si è reso possibile grazie al progetto di fattibilità presentato da Recos. 6 Agosto 2018 Provincia e Regione approvano i due piani. Il biodigestore si farà a Boscalino con una capacità complessiva di 60 mila tonnellate. 9 agosto 2018: in polemica con i 5 Stelle l’assessore Giampedrone ribadisce: “Il biodigestore si farà a Boscalino. I dubbi di Arpal sono stati superati”. 11 Aprile 2019: Recos presenta il progetto di biodigestore da 90 mila tonnellate a Saliceti. Gli uffici regionali oppongono gli esiti della VAS? I Piani d’area e di ambito? Chiedono conto di affermazioni del tipo: I rifiuti potranno arrivare anche da Parma? Nulla di tutto questo. Eppure Saliceti era indicato un sito con tre criticità già nel 2003 quando si parlava solo di compostaggio. NON DI BIODIGESTORE, come erroneamente le hanno fatto credere. Ecco vorremmo confrontarci con Lei sul perché La Spezia, che già si fa carico della negligenza della Città Metropolitana nella raccolta differenziata (34 per cento) oltre all’impianto TMB esistente a Saliceti, chiamato a far fronte alla perenne emergenza genovese, si debba dotare di un impianto per la FORSU di una capacità tripla rispetto alle proprie esigenze, che potrebbero essere soddisfatte da impianti meno impattanti, molto meno costosi, idonei a essere realizzati in siti non a rischio per la falda idrica e per la salute degli abitanti. Vorremmo affrontare anche l’analisi dei costi dell’impianto progettato, destinati a riverberarsi sulle bollette TARI. Agli spezzini il danno (siamo pattumiera) e la beffa (paghiamo salato). Restiamo in attesa di un confronto.
La Spezia, 27.1.2020 Comitati “No Biodigestore Saliceti”, “Sarzana che botta"