"Le vittime devono essere le protagoniste di questa giornata: oggi vogliamo pensare a loro perché hanno avuto pazienza, si sono fidate delle forze dell'ordne e hanno avuto molta forza", così Girolamo Ascione, dirigente della Squadra Mobile ha commentato oggi, 8 febbraio, durante la conferenza stampa indetta per relazionare la lunga e complessa attività di indagine che ha portato all'arresto del molestatore seriale di Mazzetta (qui tutti i dettagli).
"A dare una svolta al nostro lavoro la scelta del Questore Silvia Burdese, molto attenta ai reati legati alla violenza di genere, che ha voluto intensificare le indagini e mettere in campo tutte le forze a disposizione". Insieme alla Squadra Mobile, infatti, hanno lavorato gli agenti della Squadra Volanti e il reparto anticrimine di Genova.
Le vittime sono tutte donne, sia italiane che straniere, anche minorenni, di età compresa tra i 16 ed i 55 anni, avvicinate alle spalle, al buio, spesso sorprese in un momento di distrazione, magari intente ad ascoltare musica: "Dalle indagini è emerso che il sospettato non aveva un target di età, ma le vittime erano spesso molto giovani. Al centro di tutto il nostro lavoro devono esserci loro, a loro è stata restituita la verità e si spera che questo possa lenire il loro dolore. Certo, non stiamo parlando di stupri o violenze consumate, ma anche questo tipo di molestie da loro subìte lascia ferite spesso anche profonde".
"Si sono prestate molto spesso a rivivere la loro esperienza testimoniando più volte e questo è un aspetto che non dobbiamo sottovalutare", ha concluso Ascione.
Dunque un epilogo positivo di quella che era diventata una vera e propria 'emergenza sociale': "C'era molta tensione intorno a questa storia, un clima di insicurezza che ha visto molte donne anche modificare le proprie abitudini, preferendo non uscire di sera, al quale era doveroso dare una risposta", ha commentato il vicario del questore Giuseppe Mariani.